La paura del parto
Riflessioni e ansie a pochi giorni dalla data presunta
Nel momento in cui scrivo, mancano poche settimane alla data presunta del parto.
Sebbene sia una data semplicemente indicativa, quel che certo è che il mio pancione e la mia gravidanza abbiano una data di scadenza ormai vicina.
La lunga attesa, meravigliosa ed emozionante, ma al contempo ricca di disagi, ansie e piccoli fastidi – che la rendono meno “dolce” del previsto – è destinata a volgere al termine, ma ancora un grande scoglio si frappone al momento tanto desiderato in cui avrò la mia piccola fra le braccia: il momento del parto.
Ci sono donne che sviluppano un vero e proprio disturbo fobico, che prende il nome di “tocofobia“, intendendosi con tale termine la paura del parto o, persino, la paura di intraprendere una gravidanza.
Con l’eccezione di questi particolari casi, che richiedono un supporto psicologico e, talvolta, il ricorso al parto cesareo, la maggior parte delle partorienti vive un turbinio di emozioni contrastanti nei giorni precedenti al parto: il desiderio di mettere al mondo il nostro piccolo o la nostra piccola è fortissimo, siamo impazienti e vorremmo partorire al più presto, ma al contempo ci sono momenti in cui prevale la preoccupazione e l’ansia per il dolore che dovremo affrontare, per le complicanze che potrebbero verificarsi e, in generale, per tutto ciò che non è prevedibile.
In questi momenti dobbiamo accettare di perdere il controllo.
Noi che organizziamo le nostre giornate nei minimi dettagli, che ossessioniamo i nostri uomini con liste degli acquisti e delle cose da fare, noi che abbiamo la valigia per l’ospedale già pronta dal settimo mese… già proprio noi, dobbiamo imparare ad andare incontro all’ignoto e alle sorprese che ci riserva!
Ci si può preparare al parto?
La voce che sento agli auricolari cerca di rilassarmi, rassicurandomi che ogni donna ha dentro di sé la forza necessaria per partorire.
L’ostetrica del corso di preparazione al parto mi suggerisce di accompagnare la respirazione a visualizzazioni guidate che non appartengono al mio modo d’essere.
Sono sempre stata un tipo pratico, poco incline alle pratiche meditative e non credo che il mio corpo sarà leggero come un palloncino che spiccherà il volo.
Non sarà neppure un fiore in procinto di sbocciare, se non altro perché non ho mai avuto il dono del pollice verde.
È il mio secondo parto e, durante la mia precedente esperienza, ho avuto la dimostrazione che la respirazione svolge un ruolo fondamentale in tutte le fasi del travaglio, dalle contrazioni preparatorie, alla fase dilatante, sino al momento espulsivo.
Tuttavia, non tutte le donne sono portate per lo yoga e la meditazione zen.
Per alcune donne, la paura del parto è il mostro finale da affrontare alla fine di un videogioco.
In questi nove mesi abbiamo avuto i super poteri, abbiamo sentito crescere la vita dentro di noi, insieme a una forza ancestrale che ci aiuterà a farcela proprio nel momento in cui crederemo di non farcela più.
Saremo in preda a soglie di dolore che non credevamo di essere in grado di sopportare, ma che invece affronteremo per amore, per dar vita alla vita.
Non mi farò guidare attraverso visualizzazioni decise da altri, mi immaginerò percorrere la strada in salita che io stessa ho scelto e, respiro dopo respiro, fatica dopo fatica, arriverò di fronte a una porta chiusa.
Raccoglierò ogni energia per aprire quel varco che va oltre i miei orizzonti, al di là di ogni paura, laddove i sogni diventano realtà.
Ed infine io e mia figlia saremo insieme, stanche per tutta quella strada percorsa l’una nella direzione dell’altra, ma felici per quell’abbraccio tanto atteso, pelle su pelle, cuore su cuore, per sempre dalla stessa parte del mondo.
Sarà il lieto fine, il lieto inizio, l’appuntamento al buio più importante della vita.
Eliana Romeo
Scrittrice | Giurista | Mediatrice familiare
……………………………………………………………..