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La rabbia, un’emozione fondamentale

Quando l’emozione è nostra alleata

Image by Bora Sözüer on Unsplash.com


La rabbia, tra tutte le emozioni è certamente considerata la più scomoda, proprio perché tendenzialmente associata alla sua versione ‘disfunzionale’. E’ l’emozione che ci porta a dire ed a fare cose di cui potremmo pentirci e che, se incontrollata, può portare a commettere atti particolarmente violenti.

Ma è davvero sempre cosi?


Cos’è la rabbia?

La rabbia, esattamente come la paura e il piacere, è una emozione primaria, una risposta naturale ed automatica a percezioni di ingiustizia, frustrazione o minaccia. Dal punto di vista evolutivo infatti ha una funzione protettiva importante poiché nelle situazioni in cui il nostro benessere, la nostra dignità o i nostri diritti sono minacciati, la rabbia si attiva per darci la forza necessaria per reagire e difenderci.

Quando qualcosa o qualcuno ci ostacola o ci ferisce, la rabbia ci avverte che i nostri limiti sono stati violati, richiamando così la nostra attenzione alla necessità di ristabilire l’equilibrio.

Nella sua versione funzionale la rabbia quindi è una emozione fondamentale, esattamente come le altre emozioni primarie, e il fatto che alcune persone possano perdere il controllo e diventare aggressive quando sono arrabbiate non dipende dalla rabbia in quanto tale, ma dalla incapacità di gestirla in maniera efficace.

Le emozioni possono essere limiti o risorse, la differenza consiste nella nostra capacità di saperle gestire.

La difficoltà a modulare l’espressione emotiva ci porta spesso a farci soverchiare dalle emozioni, è il modo in cui noi gestiamo ed esprimiamo l’emozione che determina l’effetto positivo o negativo della stessa emozione.

E’ altresì importante considerare che anche l’illusorio tentativo di soffocarle è disfunzionale in quanto ci depriva della possibilità di attingere alla loro funzione più costruttiva.


Gli aspetti positivi della rabbia funzionale

Una delle funzioni più importanti della rabbia è quella di segnalarci che c’è qualcosa che non va, ci segnala la presenza di un ostacolo tra noi e il raggiungimento dei nostri obbiettivi. La reazione rabbiosa scatta in conseguenza alla frustrazione che nasce quando realizziamo che un nostro bisogno non viene soddisfatto, quando ci sentiamo trascurati, ignorati, non riconosciuti o non rispettati.

La rabbia essendo una forza propulsiva ed energizzante ci fornisce quindi l’energia per superare questi ostacoli ed esprimere i nostri bisogni in maniera più chiara ed assertiva.

La rabbia può fungere da indicatore per altre emozioni sottostanti, come paura, tristezza, delusione, rifiuto. Esplorare la rabbia può quindi essere utile per comprendere meglio le emozioni più profonde, intrappolate e non ancora identificate.

 Per esempio una reazione di rabbia improvvisa e incontrollata di fronte ad un evento che non richiederebbe una attivazione così esasperata, potrebbe nascondere una paura di essere inadeguati o un forte desiderio di approvazione. Riconoscere questa dinamica ci permette di lavorare sulle emozioni sottostanti per far si che non prendano il sopravvento e si trasformino in limiti piuttosto che risorse.

La rabbia può essere un segnale che i confini personali sono stati violati, una sorta di campanello di allarme che ci avverte che è necessario proteggere noi stessi e i nostri diritti; e quindi è un primo importante passo per difendere la nostra integrità, fisica e psicologica, ed affermare il nostro valore.

Diversamente l’incapacità di porre limiti e confini ci potrebbe far diventare troppo accondiscendenti e quindi fare cose che non vorremmo fare.

E cosa dire di come la sua forza propulsiva possa rappresentare un elemento catalizzatore per il cambiamento?

Quando proviamo rabbia per una situazione ingiusta o per una difficoltà, questa emozione ci spinge a reagire, a prendere iniziative per migliorare la nostra condizione.

Non a caso molte grandi battaglie sociali e politiche sono nate da un sentimento di rabbia condivisa verso una ingiustizia sistematica.

La storia ci insegna che sono gli arrabbiati che hanno cambiato il mondo e non certamente coloro che hanno subito torti senza reagire.

Anche nella vita personale la rabbia può essere la spinta propulsiva per apportare cambiamenti significativi che magari non siamo stati capaci di mettere in atto in precedenza per paura: dal migliorare una relazione insoddisfacente al lasciare un lavoro che non ci valorizza.

Una ulteriore funzione, a mio avviso importante, è quella di venirci in aiuto per gestire altre emozioni che ci stanno soverchiando.

Un esempio per tutti, quando ci sentiamo tristi perche’ siamo stati traditi o lasciati.

Il dolore ci porta spesso ad abbandonarci, a rinunciare, a lasciarci andare senza avere la capacità di reagire.

In questo momento la rabbia ci serve e ci è utile per contrastare l’apatia e per attivarci.

In questa situazione abbiamo bisogno di questa emozione.

La rabbia ha davvero molteplici funzioni costruttive e nella sua manifestazione funzionale rappresenta una risorsa fondamentale.

Quando non lo è più? Quando diventa una delle emozioni che organizzano la nostra vita, le nostre scelte, le nostre parole.

Quando la mancanza di una adeguata gestione ci porta ad essere intolleranti, violenti verbalmente e fisicamente. Pericolosi per se stessi e gli altri.

Come gestire e non subire la rabbia?

L’unico modo per orientare la parte distruttiva rendendola costruttiva è senza dubbio quello di imparare a gestire l’emozione.

Alcuni suggerimenti per trasformare la rabbia in risorsa

  1. Riconoscere la rabbia: ammettere di essere arrabbiati e accettare questa emozione senza giudicarla. Negarla o reprimerla non rappresenta una soluzione efficace, al contrario è il modo più immediato affinché questa emozione prenda il sopravvento lasciandoci in balia della sua forza distruttiva.

La rabbia è un messaggero ed è importante capire cosa ci sta dicendo.

  1. Prendere tempo per riflettere: Prima di agire provo a chiedermi ‘Cosa mi sta facendo arrabbiare ?’ ‘Qual è il mio bisogno in questo momento ?’ questo esercizio può aiutare con il tempo a neutralizzare la nostra risposta automatica ed a comprendere meglio la natura della nostra reazione. Per esempio può anche capitarci di realizzare che la rabbia che sentiamo in quel momento si collega a situazioni del passato piuttosto che all’evento presente.
  2. Canalizzare l’energia: Una volta compreso il motivo della rabbia possiamo usare l’energia che ci da per agire in maniera costruttiva. Ad esempio, se siamo arrabbiati per una situazione lavorativa frustrante possiamo usare la rabbia per motivarci a cercare nuove opportunità professionali o per migliorare le nostre competenze.

Queste, insieme a diverse tecniche di regolazione emotiva, sono alcune delle strategie che potremmo mettere in atto per trasformare la rabbia.

La trasformazione richiede consapevolezza e pratica ma i benefici che ne derivano sono davvero tanti.


Raffaella Lione Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Raffaella Lione
Counselor Relazionale
Bio | Articoli | Video Intervista AIIP Aprile 2024
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