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L’arte dell’espressione

La libertà come principio base dell’evoluzione umana


Che cos’è la libertà?

È difficile definire questo termine senza appellarsi ad un vocabolario o più banalmente a Wikipedia, si tratta in effetti di un concetto piuttosto complesso ed ampio, che però forse possiamo riuscire a ricondurre ad una singola parola: espressione.

Psicologicamente parlando l’uomo può sentirsi libero interiormente, creando e modellando un rapporto sano con sé stesso in grado di escludere il giudizio. Secondo la filosofia invece, la libertà è quella capacità che permette di agire o di non agire senza costrizioni o impedimenti esterni.

In realtà parliamo di un tema molto soggettivo, per me la libertà è “diversità“, sì perché senza di essa non potremmo distinguerci e quindi essere noi stessi. È una scelta, una necessità, quella possibilità che permette a tutti di costruirsi un’identità, ma allora la domanda da porci è: quando siamo liberi?


Un diritto essenziale

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari.
Ed io fui contento perché rubavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei.
Restai in silenzio perché mi erano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali.
E fui sollevato perché mi davano fastidio.
Poi vennero a prendere i comunisti.
Ed io non dissi nulla perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me.
E non c’era più nessuno per protestare.
– Martin Niemoller

Quando si parla di libertà sembra quasi che tutto sia lecito, un libero arbitrio. L’articolo 13 della Costituzione Italiana afferma che “la libertà personale è inviolabile, ma la società diventa davvero giusta quando le libertà di ciascuno ne creano una comune“.

L’uomo teme il cambiamento da sempre, perché ciò comporta decisioni scomode che lo obbligano ad assumersi le proprie responsabilità. Sotto l’aspetto storico abbiamo assistito a dittature che ne sono state la chiara testimonianza e tutt’ora purtroppo, vi sono alcune zone del mondo che a causa di regimi politici beneficiano solamente di una parvenza di essa.

A tal proposito, il filosofo Immanuel Kant riteneva che la libertà fosse la condizione stessa dell’azione morale, l’uomo dunque usufruirebbe apparentemente di essa perché ogni azione verrebbe condizionata a sua volta. Vivendo infatti in un paese democratico siamo consapevoli di dover sottostare a leggi che regolino la nostra vita quotidiana, ma questo non significa non potersi esprimere anzi, la libertà ci consente di sbagliare, di crescere, di non aver paura ma soprattutto di creare.

Non soffocare la tua ispirazione e la tua immaginazione, non diventare lo schiavo del tuo modello.
– Vincent Van Gogh


Gli artisti, esperti di libertà

Sebbene dunque coscienti delle nostre possibilità, gli artisti rimangono la categoria per eccellenza in materia. Tutto ciò legato all’arte ha da sempre dovuto fare i conti con un sistema sociale che tentava di imporre le proprie regole ma ha anche rappresentato libertà ed innovazione per la cultura del tempo, come dimenticare:

  • il meraviglioso “inno alla libertà” di Beethoven, che vedeva e sentiva la musica nella propria testa;
  • l’acuta osservazione di Gentileschi per la cura dei dettagli nell’arte figurativa;
  • il lavoro dell’attore, assiduo ricercatore di infinite modalità espressive.

Si dice che la capacità dell’artista si celi proprio dietro il famoso concetto “carpe diem“*, “cogli l’attimo”, accompagnato da una buona dose di sensibilità, ma allora forse non siamo un po’ tutti artisti?

*Carpe diem è una locuzione latina tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8), traducibile in “afferra il giorno”, ma spesso resa con “cogli l’attimo”, traduzione non letterale ma ugualmente efficace a trasmettere il concetto che le parole latine volevano esprimere. Viene di norma citata in questa forma abbreviata, anche se sarebbe opportuno completarla con il seguito del verso oraziano: “quam minimum credula postero” (“confidando il meno possibile nel domani”). È un invito a godere ogni giorno dei beni offerti dalla vita, dato che il futuro non è prevedibile, da intendersi non come invito alla ricerca del piacere, ma ad apprezzare ciò che si ha. Si tratta non solo di una delle più celebri orazioni della latinità, ma anche di una delle filosofie di vita più influenti della storia, nonché di una delle più fraintese, nella quale Orazio fece confluire tutta la potenza lirica della sua poesia. (tratto da Wikipedia).


Libertà creativa

La libertà creativa non è una qualità “rara”, tutti siamo in grado di uscire dagli schemi incentivando così la nostra mente a creare, non occorre quindi essere un artista basta permettere ai noi stessi di esprimerci. C’è in effetti una sottile linea che separa il concetto di libertà con quello di creatività. La libertà è fatta di libere scelte: senza libertà di scelta non c’è creatività e senza creatività non c’è vita!

La libertà (creativa) è l’espressione di ciò che siamo, essa infatti manifesta anche il nostro malessere. La sofferenza ha sempre avuto un forte legame con entrambe: l’uomo analizza il dolore tentando di trasformarlo concretamente in qualcosa di tollerabile per sé stesso, una sorta di percorso di guarigione. Il caso vuole che molti artisti scoprirono il loro talento proprio in circostanze dolorose.

La solitudine può portare a forme straordinarie di libertà.
– Fabrizio De André

Tuttavia oltre alla sofferenza vi è una realtà psicologica molto interessante: la passione smisurata di una mente singolare. L’arte rappresenta infatti un rifugio perché la creatività è un atto solitario, gli artisti agiscono senza preoccuparsi della logica, rischiano e sono esclusivamente influenzati dal mondo emotivo. Il dolore è un catalizzatore ma lo sono anche tutte le altre emozioni.

Uno degli esempi più eclatanti fu Vincent Van Gogh. Famoso pittore olandese nato nel 1853 Van Gogh era considerato un artista tanto geniale quanto incompreso. Van Gogh fin da piccolo mostrò un notevole interesse nei confronti dell’arte. Influenzato dalla corrispondenza letteraria con suo fratello Theo e dalla corrente impressionista del tempo, Van Gogh riuscì comunque a creare opere uniche. I suoi soggetti erano perlopiù nature morte, paesaggi, autoritratti, rappresentazioni di campi di girasoli pieni di colore.

Van Gogh non era un predestinato alla morte, non furono gli episodi di autolesionismo da infante o il suo ultimo gesto disperato del taglio del lobo sinistro ad ucciderlo. È vero, molti artisti si suicidarono, ma per esaurimento della vena creativa, è questo di sicuro non fu il suo caso, quello che sappiamo con certezza è che dal dolore nasce l’arte e che genio e sregolatezza vanno spesso a braccetto.


Conclusione

Abbiamo definito gli artisti un gruppo di esperti perché l’arte è un patrimonio ineccepibile che oggi rischia di perdere il suo valore e noi come “liberi cittadini” abbiamo il diritto e il dovere di salvaguardarlo.

La libertà in qualunque sua forma è uno dei doni più preziosi che l’essere umano possa avere, tutti ne hanno diritto in egual misura senza distinzione di razza, religione, ceto sociale, orientamento sessuale e opinioni politiche. Rappresenta facoltà di autonomia e convivenza civile.

In nome della libertà molti uomini e donne persero la vita per poterci donare un futuro migliore, nonostante i loro sforzi vi sono ancora molte situazioni che necessitano di cambiamenti e soluzioni e a volte viene da pensare se davvero la nostra società sia così progredita.

La libertà è come l’aria… Ci si accorge quanto vale quando incomincia a mancare.
– Piero Calamandrei


Athena Libanore Autrice de La Mente Pensante   Athena Libanore – Diplomata in Arti Performative | Email

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