La Narrazione come strumento di comprensione di sé
Un esempio di introspezione: Caparezza nell’Album “Exuvia”
La narrazione, come suggerito dal celebre Psicologo Statunitense Jerome Bruner (1915-2016), è un potentissimo strumento nelle mani dell’uomo.
Grazie alla narrazione di sé e degli eventi, è possibile rivivere gli stati emozionali propri di una determinata situazione, reiterare e condividere valori, idee, cultura.
La narrazione, sin dai tempi antichi, è sempre stata un mezzo per comunicare del proprio vissuto. Gli uomini primitivi, attraverso i graffiti, hanno rappresentato la loro quotidianità, comprensiva di vissuti emotivi.
Si evince un chiaro bisogno comunicativo, insito nell”uomo sin dalla sua nascita.
Il bambino, nelle prime fasi della vita, costruisce il proprio mondo interiore ed emotivo anche attraverso i racconti. Fiabe/Favole/Storie contribuiscono a creare il lui un”immagine di ciò che vi è nell”ambiente circostante ed, inoltre, suscita dei sentimenti che, nel tempo, costruiranno la personalità del futuro adulto che sarà.
L”uomo si narra attraverso i racconti, i manoscritti e non solo.
Creazione di strumenti, associazioni in gruppi collettivi con idee comunitarie, elaborati video, audio e foto, metodologie lavorative e progressione nell”innovazione; tutto questo è narrazione del passaggio di diverse epoche storiche, di come si è affrontata la crisi, la difficoltà e di come queste sono state superate.
Nella ricerca individuale dei nodi cruciali nel proprio vissuto personale, si diventa attori attivi del cambiamento attraverso la condivisione delle buone pratiche che si individueranno.
Raccontarsi è fornire all”altro spunto di riflessione, diventare attori nella costruzione di una comunità consapevole e direzionata alla comprensione, a distaccarsi da errori passati, a sentirsi universalmente unita nei sentimenti di gioia, tristezza, solitudine, angoscia, felicità.
Condividere è riconoscere che l”altro non è nient”altro che me e viceversa
E” possibile rendersi conto di questo leggendo di uomini e donne che, nonostante abbiano vissuto in epoche molto lontane dalle nostre, sentivano, vedevano e provavano cose da noi conosciute nello stesso identico modo.
La pelle, le ossa, la sudorazione, la pancia, esprimono nient”altro che emozioni già conosciute e che, grazie ai manoscritti arrivati a noi oggi, possiamo rivedere e utilizzare per scardinare noi stessi.
Narrare sé stessi
L”atto di narrarsi è un atto di coraggio.
Raccontarsi significa mettersi in gioco e attuare una pratica introspettiva che fa, inevitabilmente, riemergere vissuti, esperienze, traumi.
Attraverso l”esternazione dei propri vissuti diventa auspicabile la conoscenza di sé e, solo successivamente e con un lavoro di non poco conto, il cambiamento.
Come è possibile narrarsi nel quotidiano?
Strumenti principi della narrazione rimangono la comunicazione verbale e la scrittura.
Spesso, la difficoltà nel narrarsi è dettata da un senso di vergogna insita nell”uomo nell”esternare quanto di più profondo si trova in lui.
I racconti, di qualsiasi natura siano e come ci insegna la Psicologia, non sono mai insulsi o banali perché hanno matrice profonda e sono radicati nell”Io del soggetto.
L”Io, contenitore della parte ancor più profonda che si trova nell”uomo che è l”Es, è espressione di autenticità dell”individuo, motivo per il quale sarà sempre prezioso e irripetibile nella sua espressione.
Freud: Es, Io e Super-Io
Sigmund Freud (1856-1939), psicoanalista, neurologo e filosofo austriaco, fu il fondatore di una delle più celebri correnti di pensiero in psicologia: la Psicoanalisi.
Secondo la Teoria Freudiana, la struttura di personalità è composta da Es, Io e Super-Io che vengono rappresentati attraverso l”immagine di un iceberg.
L”Es, parte dell”iceberg che si trova al di sotto della superficie dell”acqua, rappresenta la parte più intima e profonda dell”uomo ed è espressione di pulsioni di natura sessuale, aggressive e auto-distruttive.
Tende al raggiungimento di quanto anelato nel più breve tempo possibile, infatti diremo viene perseguito il principio del piacere.
L”Io, parte dell”iceberg che si trova al di sopra della superficie dell”acqua tra l”Es e il Super Io, rappresenta la parte preposta alla mediazione tra le pulsioni derivanti dall”Es e le pressioni derivanti dal Super-Io che tende a censurare, per rispondere all”ambiente circostante, i desideri istintuali dell”essere.
L”Io segue il principio di realtà.
Il Super-Io, rappresentato dalla punta dell”Iceberg, costituisce la parte più esposta alle censure e alle richieste proveniente dall”ambiente esterno che vanno a demarcare il confine tra giusto e sbagliato, buono e cattivo e così via.
Uno degli esempi che fornisce una spiegazione chiara in riferimento alla costruzione del Super-Io è rappresentato dal bambino che incamera dentro sé le prescrizioni date dalle autorità genitoriali nella prima fase della vita.
Narrazione e Conoscenza di sé
Conoscersi vuol dire non mentire a sé stessi e guardare in faccia quanto di più intimo dimora in noi.
La scrittura è presa di coscienza, conoscenza, audacia, risolutezza; e ancora, elaborazione e rielaborazione, studio, riflessione e trasformazione.
Nella scrittura tutto acquista una risonanza straordinaria in noi.
Gli eventi prendono le sembianze di ciò che noi temiamo e al quale aspiriamo, creando nella nostra mente un”immagine quanto più chiara possibile di motivazioni e, per i più temerari, di soluzioni.
Caparezza nell”album “Exuvia”
Rapper senza eguali e inusuale nel suo genere, cantautore e produttore discografico italiano, Caparezza, pseudonimo di Salvemini Michele, è uno dei personaggi presente sulla scena musicale dei nostri tempi che ha sicuramente dato un”impronta unica e irripetibile alla sua musica e alla musica in generale.
Esordisce con il nome d”arte Mikimix nel 1995 fino ad arrivare al suo ultimo album “Exuvia” pubblicato nel maggio del 2021.
Album formidabile, di bellezza strepitosa, nel sound e nei testi, principalmente per il contenuto profondo e introspettivo.
Il nome dell”Album indica l”esoscheletro che alcuni insetti depositano a seguito della loro trasformazione, più comunemente indicato con il termine “fare la muta“.
A fare la muta questa volta è il cantante che racconta del suo cambiamento, inteso anche come cambiamento musicale, che è stato preceduto da una lunga riflessione.
La riflessione, generalmente, subentra a seguito di un periodo di crisi o di “dolore“, come indicato nel testo, e induce il soggetto a rivedere la propria storia personale al fine di evolversi per abbandonare l”epidermide che fino ad ora l”ha ospitato.
I risultati delle trasformazioni
Questa trasformazione ci pone nella condizione di capire “cosa ero“, “cosa sono adesso” e “cosa sarò“.
L’audacia del cantante nel condividere con il pubblico quanto di più profondo lo ha interessato, ha condotto chi lo amava ad amarlo ancor di più e, per chi ancora non conosceva bene la sua musica, ad attribuire una valenza sicuramente positiva al suo lavoro.
Di seguito parte di una strofa del brano che, in chiusura, vuole essere spunto di riflessione personale per i lettori e, ove possibile, incipit all’inizio del percorso di cambiamento individuale.
“I miei dubbi hanno dei modi barbari:
Invadenti e sono troppi
Il segreto è fare pace come gli alberi:
Prima cerchi, dopo tronchi
Chi ti spinge dopo quella soglia?
Se non è la noia, sarà il tuo dolore
L”occasione buona per andare altrove, tipo fuori”.
Jessica Alongi
Pedagogista | Educatrice | Tecnico del Comportamento (RBT)
……………………………………………………………..