
Paura dell’ignoto: il fenomeno Colombo nel Coaching
Alla ricerca delle Indie
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Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo approda nell’Isola di San Salvador pensando di aver raggiunto le Indie.
Questa data storica sancisce l’inizio di un nuovo mondo per l’Europa che da il via alla conquista di quei territori, sfruttandone le ricchezze e creando le prime colonie.
Questa grande scoperta nasce dall’ipotesi errata che la rotta più veloce verso l’Asia fosse a ponente. Nessuno si immaginava di imbattersi in un enorme territorio, in mezzo all’Oceano Atlantico: l’America.
Mi emoziona pensare quanto fosse forte la motivazione di Cristoforo Colombo, figlio di tessitori, a imparare l’arte della navigazione dai portoghesi, i migliori navigatori, ad affrontare venti e correnti forti verso una rotta e un percorso nuovi, a trovare finanziamenti resistendo nonostante i rifiuti, fino a incontrare il favore dei sovrani spagnoli; a partire con 90 uomini, senza soldati e motivarli a intraprendere un duro viaggio fra venti forti, correnti e superstizioni fino alla vista della sognata destinazione e…poi trovarsi a gestire la sorpresa finale: non è ciò che hai creduto che fosse!
“Il fenomeno Colombo ” è una metafora che utilizzo nel Coaching di quello che succede nella vita quando ci si pone un grande obiettivo sostenuto da una motivazione fortissima. Ogni difficoltà si supera e non solo, ogni incognita, per quanto la pianificazione possa apparire perfetta, è accolta con spirito pionieristico e avventuroso. Ed è proprio questa persistenza nel gioco potenziante fra resistenza, determinazione e volontà che porta i grandi risultati, a volte ben oltre le aspettative come nel caso di Colombo.
Che leadership e carisma doveva emanare questo pioniere per essere così trainante per i suoi marinai, uomini di origine, lingue e paesi diversi, sicuramente anche loro con le loro superstizioni e le loro paure!
E il suo coraggio? Pensiamo alle sue risorse: salpare con nuove imbarcazioni, le caravelle, e nuovi strumenti di navigazione. Poi l’arrivo in una terra sconosciuta, senza aver con sé né difese, né soldati.
E per quanto la storia, con la prevaricazione violenta sui nativi, ci abbia mostrato il lato oscuro che fece seguito a questa straordinaria scoperta, “Il fenomeno Colombo” resta una potente ispirazione nei suoi aspetti positivi e coraggiosi, preferibilmente per imprese e obiettivi attuali con esito più etico e condivisibile, con uno sguardo etico all’aspetto sistemico, modellando le emozioni e le convinzioni potenzianti a sostegno di azioni di successo.
Storie proprio così
Quando ero piccola, ero soggetta a lunghe influenze che mi costringevano a letto. Ero una bambina fantasiosa e abituata all’aria aperta e alle scorribande nei prati e nelle stradine di paese con i miei piccoli amici di quartiere, quindi bloccata in camera mi annoiavo ed ero impaziente di guarire.
Mia mamma era solita regalarmi libri e anche durante la malattia ne portava alcuni, soprattutto di avventure. Ho divorato così in stato febbricitante, “Le tigri di Mompracem” di Salgari e “Storie proprio così” di Rudyard Kipling. Di questo libro mi ha affascinata la magia della spiegazione geniale, creativa e fantasiosa della realtà. Ringrazio mia mamma infinitamente, ancora oggi, per avermi regalato i migliori viaggi della mente nella mia infanzia. Lei non poteva immaginarlo quanto le mie emozioni durante la lettura di quei libri avventurosi fossero forti e che potessero creare un imprinting importante nel mio carattere e quegli aspetti di me che mi sono ancora oggi più cari.
Le sfide avventurose, i viaggi; sapori, lingue e culture sconosciute, imparare abilità nuove, cambiare abitudini e luoghi in cui vivere e studiare, sono da tempo le esperienze della vita che mi regalano maggiore gioia e ispirazione. E anno dopo anno, cambiamento dopo cambiamento, esperienza dopo esperienza ho superato la paura dell’ignoto, fronteggiando situazioni e difficoltà nuove e sconosciute con lo spirito dell’esplorazione creativa, e ne ho vissuto completamente il fascino e la magia.
Trasformare la paura dell’ignoto in una risorsa
Nel Coaching si lavora insieme al cliente sugli obiettivi, i suoi ovviamente. Questo affiancamento permette l’utilizzo di diversi metodi ai fini di creare un terreno emozionale, mentale e comportamenti massimamente efficaci, che permettano di raggiungere l’obiettivo desiderato con sicurezza, benefici e crescita sostenibili. Questo processo di realizzazione richiede una certa flessibilità e lo sviluppo della resilienza.
In ogni percorso, infatti, c’è un momento in cui l’imprevedibile bussa alla porta e sospende ogni ipotesi e pianificazione fatta. Questo per me è il momento più emozionante.
È nell’incertezza, nell’attesa e nell’incognita che si manifestano infatti la vera forza, la fermezza dell’intenzione e il genio creativo.
Questi momenti hanno qualcosa di miracoloso nell’opportunità immaginativa che offrono interrompendo la ritmica di una pianificazione efficace e razionale. Viktor Frankl ha detto:
Fra il disturbo e la reazione c’è uno spazio. In questo spazio si trova il nostro potere di scegliere la reazione. Nella nostra reazione dimorano la nostra crescita e la nostra libertà.
Deepak Chopra ha detto che il divino è nella sospensione fra inspirare ed espirare.
Wayne Dyer ha scritto:
Il silenzio fra una nota e l’altra crea la musica.
Nel Sutra del cuore il vuoto è forma, nella fisica quantistica l’indeterminato è potenziale. Lo stato materia era precedentemente onda, osservata con intenzione.
Ed ecco tre principi importanti che ho compreso quando ho smesso di avere paura dell’imprevedibile.
- Un obiettivo per quanto importante e desiderabile è sempre una parte di un tutto più grande. Un altro dei miei speaker motivazionali preferiti John De Martini dice che se vuoi avere un obiettivo per migliorare il mondo devi pensare nella dimensione dell’universo. Quando pensi in grande il tuo obiettivo diventa più bello, più ampio, più generoso. Smetti di accanirti sui dettagli e di aver paura quando non hai tutto sotto controllo.
- L’ignoto è uno spazio creativo nel quale puoi mettere alla prova la tua stabilità interiore e valutare le tue aree critiche di miglioramento. Una vera evoluzione della vita ha caratteristiche soggettive e oggettive. È quindi realizzazione completa quando c’è anche crescita interiore insieme al miglioramento della qualità nella condizione materiale. L’ignoto è parte stimolante di questa crescita.
- Il cervello produce nuove connessioni a livello delle sinapsi, che lasciano una traccia nei circuiti nervosi, se confrontato con nuovi temi e con un training di apprendimento e così si mantiene giovane. Non basta imparare una volta la teoria è necessario anche allenarsi ad agire concretamente con le nuove abilità fino a sviluppare comportamenti nuovi. E quale migliore occasione per questo allenamento di quella offerta da una situazione inaspettata nel bel mezzo di un percorso pianificato verso un obiettivo desiderato? Un vero stretching memorabile per la mente.
Molto spesso la paura dell’ignoto è dovuta all’immaginazione che ciò che non conosci sia una minaccia. Molto più spesso, invece, è proprio da lì che arrivano le esperienze e i doni più belli, quelli che non avevi immaginato o non avevi osato immaginare, quelle sorprese che sembrano manifestare la sorridente benevolenza della vita nei tuoi confronti.
Teresa Burzigotti
NLC Master Coach e Teaching Trainer
Bio | Articoli | Video Intervista AIPP Giugno 2024
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