5 modi per migliorare la resilienza
Alcuni consigli per affrontare i periodi difficili
La vita spesso ci chiede di adattarci per riuscire a superare i momenti difficili. Dobbiamo avere resilienza.
Dopotutto, le persone resilienti hanno meno ansia e difficilmente cadono in depressione, hanno più disciplina, motivazione e sono più determinate nel raggiungere i loro obiettivi.
Più la resilienza aumenta e maggiori sono le possibilità che abbiamo di recuperare, ritrovarci, “guarire”.
L’apice della resilienza consiste nel thriving. In tal senso, le persone con elevati livelli di resilienza hanno un’esistenza “fiorente” nel senso che continuano ad agire in maniera efficace ed efficiente anche a seguito degli eventi stressanti e situazioni avverse.
Insomma, la resilienza sembra proprio un asset fondamentale.
Il nostro Ivo Papadopoulos ha già spiegato il significato, l’etimologia e gli abusi di questo termine in un altro articolo, al quale rimando lettrici e lettori desiderosi di comprendere meglio la natura di questa parola.
Qui ci soffermeremo più sugli aspetti pratici, ovvero come essere più resilienti.
Occorre specificare che non è un argomento semplice. Sono tanti gli studiosi che si sono cimentati nello sviluppo di teorie e modelli per descrivere, spiegare e prevedere i fattori che determinano la resilienza, ma non è stato raggiunto un consenso ad oggi.
Alcune persone hanno trovato una ricetta che si adatta bene a loro: la forza di alcuni deriva dall’aderenza a specifici stili di vita (e.g., ikigai e kintsukuroi), mentre altri la trovano attraverso lo sport (e.g., correre).
Tuttavia, non sembra esserci una formula valida per tutti.
Allora, possiamo forse accontentarci di individuare nella letteratura scientifica quelle situazioni e comportamenti che costituiscono fattori protettivi, ovvero che ci aiutano ad affrontare e superare in maniera il più positiva possibile gli eventi negativi che la vita ci pone.
Ecco cinque suggerimenti che possiamo ricavare dalle ricerche scientifiche.
1. Maturare psicologicamente ed emotivamente
Dedicare tempo e risorse per modificare il proprio modo di pensare, magari attraverso pratiche di crescita personale, ci aiuta a migliorare la nostra autoefficacia (i.e., la percezione della propria efficacia e competenza) e le nostre capacità di adattarci alle circostanze.
In tal senso, sviluppare intelligenza emotiva e pensiero riflessivo è di solito molto utile a incrementare la propria resilienza.
2. Essere ottimisti
I pessimisti si sentono impotenti di fronte al fato e continuano a ruminare sulle loro esperienze. Ciò mina la loro resilienza.
Ruminazione e sensazioni di impotenza, infatti, elicitano spesso stati emotivi (e.g., tristezza) che possono ridurre le nostre capacità di affrontare le situazioni spiacevoli.
Al contrario, un po’ di fiducia è essenziale per superare gli ostacoli che la vita ci pone. Ciò ha a che fare con l’autoefficacia di cui abbiamo appena parlato, ma c’è di più: è la convinzione di potercela fare ci dà la motivazione necessaria per affrontare i momenti difficili.
È anche importante saper reinterpretare il presente in maniera positiva, ovvero trovare qualcosa di positivo (e.g., trarne un qualche insegnamento) nelle esperienze spiacevoli.
In fondo, le persone resilienti si distinguono proprio perché hanno già saputo affrontare le avversità e magari hanno imparato qualcosa dalle situazioni spiacevoli che hanno vissuto.
3. Non isolarsi
Essere resilienti non significa essere supereroi.
Le persone resilienti sanno quando chiedere aiuto. In particolare, esse fanno affidamento su familiari e amici nei momenti più difficili.
Alcune fanno parte di comunità (e.g., religiose) che permette loro di far parte di una rete sociale a cui attingere.
In tal senso, la fede può essere un grande strumento per accrescere la propria resilienza.
4. Essere aperti alle nuove esperienze
Le persone aperte alle novità ed estroverse riescono spesso ad affrontare le avversità meglio degli altri.
Non dobbiamo infatti pensare che essere resilienti significhi avere il controllo totale e minuzioso della nostra vita.
In effetti, cercare di dominare e manipolare sé stessi/e, gli eventi e gli altri può finire per ostacolare il superamento delle difficoltà, anche perché sembra un obiettivo irrealistico.
Invece, vale la pena essere curiosi, accettare gli altri e provare a vivere nuove esperienze.
Ciò ci aiuta a maturare psicologicamente ed emotivamente, nonché ad avere una visione più ampia e inclusiva della vita.
Se poi riusciamo ad abbinare empatia, altruismo e gentilezza all’apertura mentale, avremo un vantaggio. In effetti, queste sono tutte caratteristiche che aiutano a superare le avversità.
5. Farsi aiutare dai professionisti
Anche se ci impegniamo, aspettiamoci dei momenti difficili.
D’altronde, ci saranno situazioni che ci metteranno comunque a dura prova. In questi casi, i professionisti del settore (e.g., psicologi) possono essere di grande aiuto.
I training che sembrano più proficui sono la terapia cognitivo comportamentale e quelle del mindfulness.
Alcune persone trovano addirittura utile ricorrere ad entrambi.
Certo, non dobbiamo necessariamente aspettare di stare male per farci aiutare a costruire o mantenere un alto livello di wellbeing.
Ciò che più conta
Possiamo vedere la resilienza come un’abilità o come un tratto di personalità, come il risultato di fattori genetici, dell’ambiente in cui viviamo o di come essi interagiscono.
Forse, è un mix di tutti questi fattori.
In fondo, ci sono tanti elementi in gioco: età, gender, salute, temperamento, coping skills, stile di attaccamento e così via.
A prescindere da tutto ciò, vale la pena fare del nostro meglio per farci trovare il più possibile pronti al sopraggiungere delle avversità, consapevoli che probabilmente non lo saremo mai al 100%.
Per approfondire…
Grafton, E., Gillespie, B., & Henderson, S. (2010, November). Resilience: the power within. In Oncology Nursing Forum (Vol. 37, No. 6, p. 698).
Joyce, S., Shand, F., Tighe, J., Laurent, S. J., Bryant, R. A., & Harvey, S. B. (2018). Road to resilience: a systematic review and meta-analysis of resilience training programmes and interventions. BMJ Open, 8(6), e017858.
Kotzé, M., & Nel, P. (2013). Psychometric properties of the adult resilience indicator. SA Journal of Industrial Psychology, 39(2), 1-11.
Leys, C., Arnal, C., Wollast, R., Rolin, H., Kotsou, I., & Fossion, P. (2020). Perspectives on resilience: personality trait or skill? European Journal of Trauma & Dissociation, 4(2), 100074.
Myers, D. G. and Twenge, J. (2013). Psicologia Sociale, 2° Ed. Edizione italiana a cura di Elena Marta, Margherita Lanz. Milano: McGraw-Hill
Oshio, A., Taku, K., Hirano, M., & Saeed, G. (2018). Resilience and Big Five personality traits: A meta-analysis. Personality and Individual Differences, 127, 54-60.
Zolkoski, S. M., & Bullock, L. M. (2012). Resilience in children and youth: A review. Children and Youth Services Review, 34(12), 2295-2303.
Maurizio Oggiano
Trainer | Researcher | Project Manager
Bio | Articoli
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