Il Coaching del Genio
Nella caverna incantata giace un labirinto di inganni e promesse
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Genio, voglio che tu mi faccia diventare un principe. Aladino
Potrei iniziare questo articolo menzionando che la parola “desiderio”, considerando la sua etimologia, già implica un bias cognitivo, poiché sottende la mancanza di qualcosa che si vuol avere, allontanandola emotivamente da sé. Potrei poi espandere il discorso sul principio dell’attrazione, evidenziando come ciò che si pensa possa influenzare ciò che si attira. Continuando, potrei illustrare come, se utilizzato in modo evocativo, questo principio possa essere efficace e inefficace, senza per questo mentire. Tuttavia, la mia lunga esperienza professionale e personale mi ha insegnato che la questione è più semplice, tuttavia molto articolata, e che esistono distinzioni individuali che vanno considerate.
Sin da bambina, ho iniziato con il piede giusto. Tuttavia, questa strategia ha dimostrato di funzionare solo fino a un certo punto, cioè finché la mia cerchia di interlocutori era limitata a genitori e familiari. Fin dall’infanzia, ho avuto una visione molto chiara e precisa di ciò che desideravo. Queste immagini evocavano in me emozioni e sensazioni positive di benessere. Che si trattasse di me con un giocattolo, di una gonnellina o seduta al banco di scuola, oppure degli interessi adolescenziali come i Roy Rogers o la vespa, ogni elemento rappresentava un modo per misurare il mio senso di libertà.
Conoscere i miei obiettivi sin dall’infanzia ha contribuito allo sviluppo di un certo talento nella comunicazione. È noto che quando desideriamo qualcosa, abbiamo bisogno di due elementi fondamentali: chi finanzia il nostro desiderio e chi lo fornisce. Pertanto, era essenziale per me essere convincente per ottenere il supporto finanziario e rimanere fedele all’idea originale, senza compromessi, per ottenere il mio obiettivo proprio come lo avevo immaginato.
Per concedermi questa autonomia, ho sempre lavorato mentre continuavo a studiare e a sviluppare le mie attuali competenze professionali. Riflettendo sulla matrice Eisenhower/Covey, posso affermare di aver impiegato con successo le risorse disponibili per raggiungere i miei obiettivi, investendo costantemente in attività importanti ma non urgenti. Questo ha portato allo sviluppo di nuove competenze e opportunità professionali fondamentali per il mio percorso.
Tuttavia, le sfide aumentano quando si cerca di realizzare i propri desideri all’interno di sistemi più complessi, dove diventano necessarie competenze specifiche, un metodo strategico e la capacità di gestire la frustrazione e lo stress. Questo tema, quindi, è una parte integrante delle mie abilità fondamentali nel Coaching. L’acquisizione di nuove competenze e l’adattamento continuo sono essenziali per affrontare contesti in rapida evoluzione. In questo senso, la mia storia personale si ripete: un costante equilibrio tra lavoro e studio, studio e lavoro
Odo e obbedisco
Non è quello che si vede ma quello che c’è dentro che conta. Il Mercante
Dopo che la New Age ha diffuso l’idea che tutto è accessibile a tutti e che il principio dell’attrazione era disponibile per chiunque sugli scaffali delle librerie fisiche e virtuali, nei supermercati e dai tabaccai, ho visto persone acquistare biglietti della lotteria convinte di vincere perché avevano letto che bastava pensarlo.
Con occhio quantistico ho osservato il loro sguardo deluso dopo aver grattato via la patina magica, pensando: “Amico mio quell’intenzione che avevi avrebbe dovuto trovare un match con un’energia gemella, presente da qualche parte nell’infinito universo.”
E così, quando il biglietto si rivela perdente, sì perché trovo sbagliato dire “non vincente”, hai perso i soldi spesi per il biglietto. La tristezza che emerge è simile alla morte ipotetica del famoso micio di Schrödinger: quel biglietto precedentemente attrattivo e subito dopo perdente emana il suo vuoto come risultato fallimentare della legge dell’attrazione, deprivata di ogni attrattività.
Beh, diciamo che non tutto è come appare! Anche il nostro Aladino cadde nella tentazione di scambiare la vecchia lampada per una nuova. Il poveretto, ossessionato dall’idea di ricchezza, non sapeva che un involucro poco attraente potesse contenere un potenziale di realizzazione infinito.
Questa è esattamente la scoperta che avviene nel mio training intitolato GIP – Genius Intensive Program: il risveglio del proprio genio interiore, spesso nascosto sotto strati grezzi di identità non completamente esplorate, esperienze trascurate o pensieri incompiuti. Lo chiamo “neurofisiologia del successo e potenziamento del genio creativo interiore” o “training per il focus totale rilassato”, poiché mira a trasformare gli individui in veri geni nella realizzazione dei propri obiettivi e a mantenere una centratura eccezionale, anche di fronte alle avversità. Questo è un enorme vantaggio non solo per artisti, attori, stilisti, registi, designer e musicisti, ma per tutti, poiché rappresenta un salto di qualità nell’espressione del proprio potenziale.
Ricapitolando, è sicuramente utile focalizzare ed elaborare le visioni dei nostri desideri. Tuttavia, questo da solo non è sufficiente. Perché? Perché, come nel caso di Aladino, non tutto ciò che brilla è oro lungo il nostro cammino. Alcune scelte dettate da queste luci possono essere devianti. Perciò è fondamentale stabilire un rapporto più profondo e interiore con i nostri desideri, esaminando le loro cause, implicazioni e la loro congruenza con la vera fame di realizzazione che risiede nel profondo del nostro essere e che ha un significato causale nel contesto del nostro scopo di vita.
I desideri, più o meno leggeri, hanno una rilevanza diversa, e soprattutto quelli che sono significativi per noi stimolano lo sviluppo del nostro potenziale. Tutto qui. Tuttavia, sei libero di desiderare qualsiasi cosa, proprio come fanno i bambini che desiderano i capelli più lunghi. E poi sei libero di chiederti se sei contento o se sei felice.
Il Genio io, Genio tu
Era ora! Dopo diecimila anni lì dentro uno si ritrova col collo tutto incriccato! Il Genio
Una meravigliosa sensazione di libertà mentale si manifesta quando impariamo a superare gli ostacoli nel percorso verso la realizzazione. Il nostro cervello ci ricompensa così, ma spesso non ne comprendiamo appieno il funzionamento. A scuola ci vengono insegnate molte cose, e il panorama educativo cambia frequentemente, e ciò che spesso viene trascurato è lo sviluppo dell’intelligenza attraverso un apprendimento attivo e consapevole.
La tendenza è piuttosto quella di sovraccaricarci di verità preconfezionate, che possono limitare la nostra capacità creativa. Inoltre, il continuo cambiamento dei narratori di queste verità e di conseguenza delle stesse verità ci espone all’autoinganno, che in termini di PNL (Programmazione Neuro Linguistica) può essere definito distorsione. A me, come spirito libero, piace mettere in discussione alcune distorsioni. La felicità è una questione di scelte.
Devi sapere che il cervello, il mio e il tuo funzionano così. Partiamo da quando eravamo piccoli. Per spiegarti il processo di apprendimento nei bambini a livello neurologico e come questo si estenda anche agli adulti, possiamo immaginare il cervello come una rete di strade elettriche che si formano e si rafforzano attraverso l’esperienza.
Quando i bambini imparano qualcosa di nuovo, come ad esempio leggere o fare un calcolo matematico, le cellule del loro cervello, chiamate neuroni, creano connessioni speciali chiamate sinapsi. Queste sinapsi sono come piccoli ponti tra i neuroni che consentono loro di comunicare tra loro. Più un bambino pratica una nuova abilità, più queste connessioni si rafforzano, diventando più veloci ed efficienti.
Immagina che ogni volta che un bambino impara qualcosa di nuovo, come il nome di un animale o come leggere una parola, un piccolo cammino si formi nel suo cervello. All’inizio, questo percorso potrebbe essere debole e difficile da seguire, ma con la pratica ripetuta diventa più forte e più facile da percorrere. Questo è il processo di formazione delle reti neurali!
Si apprende anche attraverso i sensi e l’osservazione, attraverso l’esperienza diretta e anche osservando gli altri e interpretando ciò che vediamo. Ad esempio, quando un bambino vede un adulto fare qualcosa, come leggere un libro o suonare uno strumento musicale, il suo cervello registra queste azioni e cerca di imitarle, formando così nuove connessioni neurali.
Ecco perché è così importante fornire ai bambini esperienze ricche e variegate, perché ogni nuova esperienza contribuisce alla formazione di nuove connessioni neurali e alla crescita del cervello.
Uno di studio che dimostra l’importanza dell’esperienza nell’apprendimento dei bambini è quello condotto da Huttenlocher e Dabholkar nel 1997. In questo studio, i ricercatori hanno esaminato la densità delle sinapsi nei cervelli di bambini in età prescolare. Hanno scoperto che la densità sinaptica nei lobi frontali, un’area del cervello coinvolta nell’apprendimento e nel controllo delle emozioni, aumentava durante l’infanzia e raggiungeva il picco intorno all’età di tre anni. Questo studio evidenzia come l’esperienza durante l’infanzia influenzi direttamente lo sviluppo delle connessioni neurali nel cervello, sottolineando l’importanza di un ambiente ricco di stimoli per favorire un sano sviluppo cognitivo nei bambini.
E ora ti chiedo: a che età hai smesso di apprendere cose nuove? Quando hai deciso che eri pronto e sapevi già tutto? E come è successo che hai smesso di allenare il cervello per mantenerti giovane?
Parliamo ora di noi adulti, capire il concetto di neuroplasticità è essenziale. La neuroplasticità si riferisce alla capacità del cervello di modificarsi e adattarsi in risposta all’esperienza e all’apprendimento anche in età adulta. Anche se potremmo pensare che una volta adulti non si possa imparare tanto quanto si fa da bambini, la ricerca dimostra il contrario.
Due studi che confermano questa idea sono quello condotto da Draganski e colleghi nel 2004, che ha dimostrato che gli adulti che hanno imparato a suonare uno strumento musicale hanno mostrato cambiamenti strutturali nel cervello, e lo studio di Maguire e colleghi del 2000, che ha evidenziato come i tassisti londinesi abbiano sviluppato regioni cerebrali più grandi in risposta alla loro esperienza di navigazione nella città.
L’apprendimento è un processo dinamico che coinvolge la formazione e il rafforzamento delle reti neurali attraverso l’esperienza diretta, l’osservazione e la pratica ripetuta. E questo ci mostra che il cervello è in grado di cambiare e adattarsi continuamente, anche in età adulta, attraverso l’apprendimento e l’esperienza.
Quindi, devi sapere che dentro quella vecchia lampada che hai posizionata sul collo, incrostata di pensieri ripetitivi, comfort e routine, c’è un Genio imprigionato che non vede l’ora di uscire per sgranchirsi e offrirti qualche meraviglia.
Perché ho creato Genius of Desire, il progetto di formazione libera
Tutto quello che desideriamo, dalle cose materiali a quelle immateriali può essere raccolto in un’unica definizione: desiderio di migliorare. Teresa Burzigotti
Con il Centro Italiano wingwave, la scuola di formazione per Coach, e grazie alla partecipazione entusiasta dei Trainer del Centro, ho creato il progetto “Genius of Desire”. Conduciamo serate dedicate ai temi della crescita e dello sviluppo personale e professionale, all’innovazione e agli argomenti di attualità nell’ottica del Coaching. Il progetto, nato nel periodo del Corona, va avanti ormai da quasiquattro anni, coinvolgendo sempre più persone in emozionanti momenti di condivisione di esperienze, pratica e formazione.
Offrire la possibilità aperta e libera di poter attingere a questa risorsa ci riempie di orgoglio e ci regala grande soddisfazione. Portare la formazione libera attraverso il web nelle case di tutti ci rende coautori di un cambiamento positivo nella consapevolezza che le persone hanno di sé, di ciò che accade loro e di come possono cambiare e migliorare laddove avevano messo i remi in barca.
E anche tu che stai leggendo, caro Aladino chiudi un momento gli occhi e ascolta la chiamata del tuo Genio interiore: “Vieni, mio padrone, metti la tua fiducia in me. Ti porterò dove nessun occhio umano ha mai guardato prima d’ora.”
Teresa Burzigotti
NLC Master Coach e Teaching Trainer
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