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Trovare la felicità

Perché non siamo mai felici e come diventarlo [Audio]


La versione audio di questo articolo è stata gentilmente prodotta da Roberta Mussato | Voice Over Artist | Email


È una caldissima mattina di agosto ed il sole, senza alcuna pietà, sta facendo egregiamente il suo lavoro.

Non ricordo bene l’ultima volta in cui ho trascorso così tanto tempo nel mio paese. Devo ammettere, però, che la cosa mi sta piacendo. Dopo tante estati vissute nel grigiore umido, caratteristica del Nord Inglese, è bello essere qui, in Italia. Dicono che delle volte bisogna tornare alle proprie radici per capire chi si è veramente, e sto incominciando a pensare che sia vero.

Seduto a un delizioso tavolino di legno, sotto un bel portico dal tipico stile italiano costruito in pietra viva, mi trovo a riorganizzare tutte le idee che ho messo insieme proprio per scrivere l’articolo che stai leggendo.

Dalla posizione in cui mi trovo, mi godo la bella vista su una lussuosa piscina, circondata da una fila di lettini bianchi intervallati da palme tropicali.

I miei pensieri sono cullati dal leggero scroscio di una piccola cascata artificiale che si immette nella piscina, il cui suono si sposa bene con quello delle canzoni estive riprodotte dagli speakers poco lontani.

Ci sono famiglie, giovani adolescenti, coppie felici venute a godersi il loro periodo di vacanza. L’atmosfera è tranquilla e rilassata e, anche se la pandemia COVID-19 è ancora tra noi, in questo luogo si respira un autentico senso di felicità. In posti del genere, ci si può dimenticare per un pò di tutto ciò che non ci fa stare bene. Per qualche ora possiamo permetterci il lusso di pensare che va tutto bene e che andrà sempre meglio.

Venire qui mi motiva. Mi da quella sensazione di pace e di benessere che mi serve per fare ciò amo con tutto me stesso. Scrivere!


Alla ricerca della felicità: vogliamo tutti di più!

Tutti vogliamo qualcosa in più rispetto a quello che abbiamo già: più soldi, più amore, case più grandi, vacanze più esclusive, più vestiti, e così via. Alcuni di noi invece vogliono più sicurezza, più affetti, o semplicemente più autostima e sicurezza nelle proprie capacità. In ogni caso, beni materiali o non, la lista dei desideri è infinita!

Tuttavia, Arthur Schopenhauer ha affermato una semplice ma profonda verità:

L’uomo non è mai felice, ma trascorre tutta la sua vita a lottare per qualcosa che pensa lo renderà tale.

La convinzione che governa le nostre vite sin dalla nascita del mondo è proprio questa.

La felicità è il risultato delle condizioni che vengono soddisfatte”.

Quante volte hai detto: “Quando sarò in grado di ESSERE, FARE o AVERE [scegli tu cosa] allora, e solo allora, sarò finalmente felice.

Se osservi attentamente te stesso e ciò che ti circonda, sono sicuro che troverai qualcosa o qualcuno che ritieni possa essere la fonte definitiva di felicità per te, una volta che anche tu raggiungerai quel traguardo.

Non importa di cosa si tratti: che sia un lavoro diverso, un/una compagno/a di vita, un corpo più magro o muscoloso, una situazione finanziaria migliore, una capacità che al momento non hai e di cui pensi di aver bisogno: sei fermamente convinto che la tua felicità sia legata al raggiungimento di queste cose.

Questo approccio condizionale alla felicità è esattamente il motivo per cui viviamo in un mondo governato da stress, infelicità e insoddisfazione.


Stai seguendo la folla?

Ti racconto un piccolo aneddoto…

Anna è una splendida giovane donna che lavora qui, e ha uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto.
È sempre indaffarata, corre di qua e di là per mantenere il locale pulito ed efficiente, ma nonostante il caldo estivo e i clienti esigenti, sembra sempre rilassata. Sembra sempre felice.

Oggi mentre stava passando vicino al mio tavolo, con una curiosità che ho subito percepito come genuina, mi ha chiesto: “Antonio, cosa stai scrivendo oggi?
Dato che sono sempre felice di avere uno scambio di idee e di ricevere un feedback su ciò che scrivo, ho subito risposto: “Guarda Anna, sto lavorando a un nuovo articolo sulla felicità: vorrei indagare i motivi per cui le persone non sembrano mai veramente felici e soddisfatte nella vita.

Mi ha guardato prima un po’ sorpresa dalla profondità dell’argomento che stavo esplorando, e subito dopo con un fare riflessivo, come se comprendesse la complessità del problema, ma allo stesso tempo desiderasse avere una soluzione a portata di mano.

Ho approfittato di quello che sembrava essere un momento perfetto per ricevere un’opinione sincera e le ho detto: “Penso che probabilmente potresti aiutarmi con questo articolo. Allora, dimmi, quali pensi siano le ragioni per cui gli esseri umani non sono mai completamente felici e soddisfatti?

Senza un secondo di esitazione, ha risposto:

Penso che il problema dipenda da ciò che vediamo intorno a noi, soprattutto su Internet. Nello specifico, i social media. Tutti mostrano solo la parte migliore della loro vita sui social, e i contenuti postati da persone diverse spesso si assomigliano in modo quasi inquietante. Perciò alla fine sembra che ci siano degli standard predefiniti che dobbiamo raggiungere, se vogliamo veramente trovare la felicità”.

Oggi più di ieri, nell’era di internet, volenti o nolenti subiamo l’influenza della società. Nel nostro intimo sentiamo che c’è qualcosa di sbagliato, che qualcosa o qualcuno ci sta manipolando contro la nostra volontà, ma la maggior parte di noi si arrende a questa sensazione o non ci fa caso, e presto o tardi si ritrova a seguire la folla.

Chi segue la folla di solito si perde in essa.
Rick Warren


Trovare la felicita con le nostre forze motrici: dolore e piacere

Angeli e demoni, il bene e il male, giusto e sbagliato. Sono tutte coppie di opposti, ma sono anche facce della stessa medaglia. Nella nostra natura imperfetta di esseri umani, tutti prima o poi ci ritroviamo ad agire secondo l’uno o l’altro opposto.

Tuttavia, le scelte che facciamo spesso non sono guidate dalla nostra reale conoscenza di ciò che è giusto o sbagliato, ma piuttosto dal nostro implacabile desiderio di ottenere un immediato piacere emotivo, fisico o materiale, e allo stesso tempo di evitare ad ogni costo il dolore.

In altre parole, il dolore e il piacere sono le uniche due forze trainanti dietro tutto ciò che fai o non fai nella vita.
Dietro ogni decisione che prendi, dietro ogni azione che compi, c’è sempre il duplice obiettivo di ottenere piacere ed evitare il dolore. Questo concetto nella psicanalisi è comunemente noto come “Principio di piacere”, attribuito a Sigmund Freud.

Ti faccio un esempio. Prova a osservare da un occhio esterno tutte le pubblicità che ci bombardano ogni secondo su Internet, TV, radio, cartelloni per strada e vetrine. L’obiettivo principale del marketing e della pubblicità è quello di spingere i consumatori a prendere decisioni di acquisto d’impulso, e come lo fanno?
Attraverso un messaggio diretto ed efficace, che va a colpire proprio il nostro punto debole: ottenere piacere immediato.

Se acquisti, utilizzi o provi i nostri prodotti, otterrai un vantaggio che altrimenti non sarai in grado di ottenere”. In altre parole: se acquisti questo prodotto otterrai piacere, sarai felice. E guarda caso, spesso questo messaggio viene anche collegato a un processo d’acquisto “rapido, facile e indolore”. Proprio ciò che noi cerchiamo: ottenere piacere immediato con pochissimi sforzi, evitando allo stesso tempo il dolore.

Ora, bisogna considerare che veniamo costantemente bombardati da messaggi di questo tipo. Siamo continuamente influenzati dal mondo esterno, che ci spinge a volere di più, fare di più, avere di più. Se ci riflettiamo bene, è facile capire perché ci sentiamo sempre per lo più insoddisfatti. Niente di quello che abbiamo è mai abbastanza.

Ma questo vuol dire che chi desidera una vita migliore, chi si impegna per realizzare sogni e raggiungere obiettivi, sta sbagliando completamente strada per trovare la felicità?

Ovviamente no: non c’è nulla di sbagliato nell’avere sogni, progetti e obiettivi e impegnarsi per raggiungerli. Però c’è una semplice domanda che tutti a un certo punto dovremmo porci, ed è qualcosa che suona più o meno così:

“Tutti i sogni e i desideri che provo, tutti gli obiettivi che voglio raggiungere, provengono direttamente dal mio cuore e dalla mia mente, o sono frutto dell’influenza che ho ricevuto dalla società?”

In poche parole: sei certo che il tuo ideale di vita felice sia davvero quello che hai scelto tu, secondo le tue aspirazioni personali?
O in realtà stai passivamente lasciando che quello che vedi, senti e sperimenti nel mondo scelga per te, senza consultarti?

So che non sono domande facili a cui rispondere, ma è fondamentale porsele, se vuoi iniziare a trovare la felicità secondo il tuo vero ideale, e non lasciare che qualcuno o qualcosa di esterno lo faccia per te.


È ora di fare un passo indietro per trovare la felicità

“Cosa pensi che dovrebbe accadere affinché le persone smettano di inseguire questa felicità sfuggente, imposta da altri, e inizino finalmente a vivere una vita più felice?”

“Non è una risposta facile, ma penso che per prima cosa dovremmo fare tutti un passo indietro. Dobbiamo fermarci un momento e rivedere la nostra, solo nostra, definizione di felicità. Dovremmo smetterla di inseguire ciò che la società vuole che inseguiamo e concentrarci solo sulla vera definizione di felicità che sentiamo più giusta per noi. E una volta trovata, lavorare sodo per realizzarla in base a chi siamo, non a come vogliono che siamo.”

Sì, è proprio questo il punto di questo articolo!

Al giorno d’oggi, la maggior parte di noi vive la sua vita all’inseguimento di falsi ideali di felicità e perfezione. La cosa peggiore è che questa è una corsa che non riusciremo mai a vincere, perché alla fine si tratta di una corsa fasulla, dove non ci sono vincitori, né tantomeno premi finali.

Anche io ho corso inutilmente questa maratona. Anche io non mi sono mai sentito soddisfatto e felice per la maggior parte della mia vita. Niente era mai abbastanza, c’era sempre qualcosa che mancava. Non è mai stato il lavoro giusto, mai la donna giusta, mai abbastanza soldi sul conto in banca.

Non sono mai stato soddisfatto di quello che ero mentalmente, professionalmente e fisicamente.

Quando avrò …, quando andrò …, quando diventerò … allora sarò felice.” Questi erano i pensieri che mi tormentavano.

E anche quando finalmente mi muovevo per trovare la felicità (o almeno, quella che pensavo fosse felicità) ed ero finalmente in grado di realizzare l’oggetto dei miei desideri, non ero mai soddisfatto. Non era mai abbastanza, mancava di nuovo qualcosa. E così la corsa ricominciava. Come ha detto Anna, ho dovuto fare un grande passo indietro e rivedere la mia definizione di felicità per interrompere questa corsa inutile.


Qual è il tuo ideale di felicità?

Trovandomi a faccia a faccia con me stesso, chiedendomi sinceramente quale fosse il mio ideale di felicità, mi sono reso tristemente conto che quello che pensavo mi avrebbe reso finalmente felice era solo frutto del condizionamento del mondo esterno. Non era ciò che realmente desideravo per me stesso. Magari funzionava per altri, ma non per me.

Ho imparato ad avere fiducia nel fatto che, nonostante gli ostacoli, le difficoltà e il dolore che tutti noi prima o poi dobbiamo affrontare nella vita, e nonostante ciò che la società vuole che pensiamo, c’è un modo per fermare questa “corsa del criceto” e iniziare finalmente a vivere secondo le nostre personali coordinate di felicità.

Siamo tutti responsabili delle nostre azioni, delle nostre scelte e delle nostre decisioni. Perfino dei nostri desideri. Se davvero lo vuoi, puoi realmente trovare la felicità o meglio, creare la tua personale definizione di felicità proprio adesso, a partire dal punto in cui sei!

La vita è un viaggio, ed è possibile sentirsi felici e soddisfatti di sé anche quando il viaggio si svolge su una strada accidentata, costellata da lavori stradali e ostacoli di vario genere.


La felicità è nel viaggio

Buddha dice:

“Non esiste un percorso verso la felicità: la felicità è il percorso”.

È davvero così: ognuno ha un suo viaggio personale verso la felicità, ed è proprio vivendo esperienze e sperimentando diversi modi di vivere che sto imparando a capire come essere più felice e soddisfatto della mia vita. Voglio condividere con te alcune cose che ho imparato, e che sto ancora imparando, durante il mio viaggio verso la felicità.

  1. Prenditi del tempo per sederti e riflettere su cosa significa per te la parola “felicità”. Senza pensarci troppo, sii brutalmente onesto e sincero con te stesso. Mira a creare la tua VERA definizione di “Felicità”.
  2. Smettila di confrontarti con gli altri. Dico davvero, smettila subito! Sei stato creato come un individuo unico. Nessuno su questo pianeta è come te, nessun altro ha la tua identica personalità, le tue capacità e i tuoi talenti. Poiché il tuo DNA è unico, lo è anche il tuo cervello. Solo perché qualcun altro è, fa o ha qualcosa che tu non hai, non significa che tu debba essere, fare o avere la medesima cosa!
    Non cercare di vivere la tua vita come se fosse la brutta copia della vita di qualcun altro; sii abbastanza coraggioso da vivere la tua vita come il capolavoro unico e originale che è.
  3. Vivi la tua vita sempre nel PRESENTE. Impara a dare valore al tempo. Ricorda che questo preciso momento è tutto ciò che hai. Usa il tuo passato solo come strumento di apprendimento per crescere, migliorare ed eventualmente evitare gli stessi errori che hai commesso. Non preoccuparti per il futuro, perché il futuro è incerto e imprevedibile.
  4. Pratica la gratitudine! Impara a essere più grato di ciò che hai e di chi sei in questo preciso istante. La gratitudine non significa accettare tutto così com’è; vuol dire invece apprezzare gli aspetti positivi della tua situazione attuale e usarli come punto di partenza per migliorare la tua vita e renderla più significativa.

Alla ricerca della felicità: il potere del GRAZIE

Il sole sta tramontando, è fine giornata e il caldo estivo si sta finalmente placando. Mentre ripongo le mie cose nello zaino, noto che anche le altre persone si stanno preparando per lasciare questo bellissimo luogo.

Anche Anna ha terminato il suo turno di lavoro ed è pronta per andarsene. All’uscita ci scambiamo un sorriso sincero.

Io la ringrazio per aver risposto alle mie difficili domande e per avermi dato spunti utili per completare questo articolo. Lei ricambia il ringraziamento perché le mie domande l’hanno fatta pensare in modo diverso, più profondo.

Entrambi abbiamo avuto un impatto sulla vita di qualcun altro oggi, ed entrambi abbiamo deciso di esserne grati.

Vorrei sostenere che i ringraziamenti sono la più alta forma di pensiero e che la gratitudine è la felicità raddoppiata dalla meraviglia.
Gilbert K. Chesterton


Antonio Esposito Editor-In-Chief e Autore presso La Mente Pensante
Antonio Esposito
LMP Editor-In-Chief | Life Coach | Mentor
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