Rabbia e senso di colpa
Le motivazioni dietro al “senso di colpa” post-rabbia
Molto spesso quando ci arrabbiamo ci sentiamo in colpa.
A cosa è correlato il senso di colpa post-rabbia? Perché ci fa bene provarlo? E infine, cosa fare per non sentirlo più?
Cos’è la rabbia
La rabbia è un’emozione sociale, generalmente si scatena quando subiamo un’ingiustizia da parte di qualcun’altro.
Che sia una relazione lavorativa, di coppia, familiare o di amicizia, quando ci arrabbiamo vediamo rosso e sentiamo un’energia pronta a distruggere.
Ciò che è più facile da fare, nel momento della risposta rabbiosa, è prendersela con la fonte della nostra rabbia: urliamo, diciamo brutte parole, svalorizziamo l’altro, cerchiamo di farlo sentire in colpa.
L’aggressività prende possesso dei nostri gesti e delle nostre parole, dicendo o facendo cose delle quali poi ci pentiamo, portandoci così, nell’impulsività, a sentirci poi in colpa e impauriti di aver distrutto o compromesso le relazioni, probabilmente quelle a cui più teniamo.
A cosa è legato il senso di colpa post-rabbia
Quando si scatena la nostra rabbia sull’altro, questa non fa altro che distruggere la relazione. Inoltre, più la litigata avviene con qualcuno che stimiamo o amiamo, più dopo ci sentiamo in colpa.
In psicologia si parla di distruzione dell’oggetto d’amore.
Per capire questo concetto dobbiamo tornare indietro, e parlare delle assunzioni di Freud e successivamente della Melanie Klein.
Loro videro che il bambino, a seguito di emozioni spiacevoli avvertite nel suo interno, cerca di proteggersi proiettando le stesse sull’altro – generalmente la madre – dunque, toglie da sé la sensazione dannosa e la madre diventa posseditrice di tale sensazione.
Dunque la mamma diventa, da una parte, potenziale fonte di pericolo, dall’altra, ed è questo l’aspetto che ci interessa a noi in questo contesto, il bambino avrà paura di averla annientata in quanto ha riversato su di lei ciò che faceva fatica a tenere dentro di sé.
Questo meccanismo psichico, che nasce nel periodo neonatale, è un meccanismo che può rimanere anche in età adulta, ed attivarsi in quelle situazioni dove sentiamo di “non avere via di scampo“.
È un meccanismo molto utile per comprendere come mai, quando proviamo rabbia, la cosa peggiore da fare – sebbene sembra che sul momento ci scarichi e poi diciamocelo “Proprio se lo meritava” – è riversare la rabbia sulla persona di fronte.
Più teniamo alla relazione, più il senso di colpa di aver ferito – distrutto – l’altro sarà grande. Agendo con rabbia rimarremo con la paura ed il senso di colpa di aver annientato l’altro, l’oggetto del nostro amore.
Cosa fare
Ecco, ritengo che il senso di colpa sia da ringraziare e da utilizzare, per imparare a non ripetere più questo errore.
Se avesse parole, ci direbbe “Smettila di agire la tua rabbia. Va a farti una corsa, e cerca di capire cosa ti ha ferito e cosa puoi fare!”
Ecco che due emozioni spiacevoli, quali la rabbia ed il senso di colpa, diventano utili, per la nostra crescita.
Perché è proprio qui il punto, per evitare di sentirti in colpa dopo sul fatto che hai litigato con qualcuno ciò che devi fare è interrogarti sul perché della tua rabbia.
Quale ingiustizia senti di aver vissuto? Perché ti ha ferito tanto il comportamento dell’altra persona?
La risposta a queste domande è la risposta della tua persona, la rabbia parla di te e di quello che vuoi dalla vita, non aver paura di andare oltre e superare le tue difficoltà, perché la vita, è meravigliosa ed è da vivere, ora.
“Esiste una rabbia che non ha niente a che fare con la cattiveria. E’ il ruggito di chi sta difendendo le proprie fragilità.” – P. Felice
Dott.ssa Francesca Cisternino
Dottoressa in Tecniche Psicologiche
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