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Salute sessuale, Parafilie e Disturbi Parafilici

Quando interessi sessuali atipici divengono disordini


La salute sessuale viene definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2006) come

uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità, non riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza. Per far sì che la salute sessuale venga raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di ognuno devono essere rispettati, protetti e soddisfatti.

Tale definizione implica una sessualità vissuta liberamente e serenamente, da tutte le parti coinvolte.

Questo è quanto può accadere, in caso di reciproco consenso, se i partner sono concordi nel soddisfare proprie parafilie sessuali.

Non si può affermare lo stesso nel caso in cui tali parafilie diventino veri e propri disturbi parafilici o, diversamente, dipendenze sessuali.

Per comprendere al meglio quanto sopradetto, è importante chiarire cosa si intende per dipendenza sessuale, parafilia e disturbo parafilico.

Una dipendenza sessuale si presenta come una dipendenza comportamentale, nonostante il DSM non ne riconosca una vera e propria diagnosi.

Ciò che caratterizza l’individuo con una dipendenza sessuale è riconducibile a quanto si può rilevare nelle altre tipologie di dipendenze comportamentali, le quali possono avere come oggetto o attività della dipendenza patologica sostanze stupefacenti, alcol, gioco d’azzardo.

Ciò che accomuna tali comportamenti compulsivi è la presenza di un desiderio persistente (craving) ed incontrollabile di mettere in atto il comportamento a qualunque costo, dunque una perdita di controllo, la perpetuazione dello stesso in un tempo prolungato, nonostante le conseguenze negative, con ossessione ed eccessiva preoccupazione sia nel continuare che nell’interrompere il dato comportamento.

Tale modus patologico andrebbe quindi a causare un insieme di sintomi disfunzionali nelle varie sfere di vita del soggetto, comportandone una compromissione del funzionamento dello stesso ed un cambiamento clinicamente significativo (2, 1).

Diversamente, la parafilia viene definita come un

qualunque persistente ed intenso interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione dei genitali o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti. (DSM-5, 2013).

Le parafilie possono interessare sia l’oggetto d’attenzione coinvolto in attività sessuali, come scarpe, indumenti, animali (zoofilia), cadaveri (necrofilia), bambini, sia pure attività sessuali, come legare, strangolare, tagliare, sculacciare, fustigare un altro individuo.

È possibile trovare un numero infinito di parafilie, come la narratofilia e scatologia telefonica (dove l’oggetto sessuale interessato sono le e le telefonate parole oscene), la vorofilia (dove l’oggetto sessuale interessato riguarda l’idea si mangiare o essere mangiati da altri), la salofilia (dove l’oggetto sessuale interessato coinvolge fluidi corporei come saliva, sperma, sudore), l’autoandrofilia/l’autoginefilia (dove l’oggetto sessuale d’interesse riguarda l’immaginare se stessi con un sesso biologico opposto al proprio di nascita) e così via (1, 5).

Tale tipologia di interesse sessuale atipico non è un disordine e non richiede un allarme clinico (DSM).

La parafilia diviene però un vero disturbo parafilico quando, nel dato momento, causa un disagio o una compromissione nell’individuo stesso o quando il soddisfacimento della parafilia arreca o rischia di arrecare danno a sé stessi o a terzi (1).

Dunque può esserci parafilia senza necessariamente un disturbo parafilico, ma il disturbo parafilico esige la presenza di una parafilia e questi possono comunque divenire una dipendenza sessuale.


Diversi Disturbi Parafilici

Il DSM-5 (2013) descrive otto tipologie di disturbi parafilici, con specifici criteri che giustificano la diagnosi e l’attenzione clinica, ed è possibile diagnosticare anche più di un disturbo parafilico allo stesso tempo, insieme ad un disturbo di personalità, antisociale o borderline (1).

Inoltre risulterebbero più prevalentemente diagnosticati a soggetti con sesso biologico maschile, più che femminile (1, 3).

Il Disturbo Voyeuristico, uno dei più comuni, consiste nell’eccitazione sessuale ricorrente ed intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per almeno sei mesi, data dall’osservare, a sua insaputa, una persona nuda, che si sta spogliando o che sta svolgendo attività sessuali (criterio A).

L’individuo mette in atto tali desideri sessuali a discapito dell’altra persona non consenziente o tali desideri e fantasie causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (criterio B) e l’individuo che si eccita per i suddetti desideri e/o che li mette in atto ha almeno 18 anni d’età (criterio C) (1, 3, 7).

Il Disturbo Esibizionistico, ulteriore disturbo più comune, prevede un’eccitazione sessuale ricorrente ed intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per almeno sei mesi, scatenata dall’esibizione dei propri genitali a una persona a sua insaputa (A).

L’individuo mette in atto tali desideri sessuali a discapito dell’altra persona non consenziente o tali desideri e fantasie causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (B) (1, 3, 7).

Il Disturbo Frotteuristico è caratterizzato dall’eccitazione sessuale ricorrente ed intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per almeno sei mesi, dovuta dal toccare, strusciarsi contro una persona non consenziente (A).

L’individuo mette in atto tali desideri sessuali a discapito dell’altra persona non consenziente o tali desideri e fantasie causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (B) (1, 3, 7).

Il Disturbo da Masochismo Sessuale, con una prevalenza poco chiara, consiste nell’eccitazione sessuale ricorrente ed intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per almeno sei mesi, scatenata dall’essere umiliato, percosso, legato, ricevere sofferenza in qualche modo (A).

L’individuo mette in atto tali desideri sessuali a discapito dell’altra persona non consenziente o tali desideri e fantasie causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (B) (1, 3, 7).

Il Disturbo da Sadismo Sessuale, il più imperterrito al trattamento, prevede, al contrario, un’eccitazione sessuale ricorrente ed intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per almeno sei mesi, data dalla sofferenza fisica o psicologica di un’altra persona (A).

L’individuo mette in atto tali desideri sessuali a discapito dell’altra persona non consenziente o tali desideri e fantasie causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (B) (1, 3, 7).

Il Disturbo Pedofilico, probabilmente il più ostico, è caratterizzato dall’eccitazione sessuale ricorrente ed intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per almeno sei mesi, derivante da attività sessuali che coinvolgono un bambino in età prepuberale o in generale bambini al di sotto dei 13 anni d’età (A).

L’individuo mette in atto tali desideri sessuali o questi desideri e fantasie causano disagio marcato o difficoltà interpersonali (B) e l’individuo ha almeno 16 anni ed è almeno 5 anni maggiore del bambino o dei bambini coinvolti (C) (1, 3, 7).

Il Disturbo Feticistico consiste nell’eccitazione sessuale ricorrente ed intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per almeno sei mesi, dovuta dall’uso di oggetti inanimati o da uno specifico interesse per parte/i del corpo non genitale/i (A).

Tali desideri, fantasie o comportamenti sessuali causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (B) e gli oggetti feticistici coinvolti non si limitano a capi d’abbigliamento usati per il cross-dressing o a strumenti specifici progettati per la stimolazione tattile dei genitali (C) (1, 3, 7).

Il Disturbo da Travestitismo infine prevede l’eccitazione sessuale ricorrente ed intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per almeno sei mesi, data dal cross-dressing: l’indossare indumenti del sesso opposto (A).

Tali desideri, fantasie o comportamenti sessuali causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (B) (1, 3, 7).


Eziologie e trattamenti

L’eziologia dei disturbi parafilici, seppur si presuma sia multifattoriale, non è ben chiara.

Verrebbero implicati fattori neurobiologici, genetici, ambientali, esperienziali, fattori legati alla storia familiare e psicologici.

Spesso purtroppo emergono nella vita del soggetto con tale tipologia di disturbi storie di abusi, traumi fisici e/o sessuali e varie tipologie di maltrattamenti (4, 1, 7).

I principali metodi di trattamento per i disturbi parafilici, interventi la cui scelta dipende anche dalla considerazione delle questioni legali annesse, prevedono psicoterapia, come la terapia cognitivo-comportamentale, gruppi di supporto e terapia farmacologica con antidepressivi SSRI.

Nei casi più gravi è possibile optare anche per altre tipologie di farmaci, come i farmaci in grado di ridurre i livelli di testosterone, quindi l’impulso sessuale.

Più nello specifico per il feticismo viene indicata psicoterapia e terapia farmacologica con antidepressivi e per il travestitismo risultano più idonei gruppi sociali e di supporto (3, 6, 4).


Bibliografia


1. American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition. Arlington, VA, American Psychiatric Association.
2. https://www.istitutobeck.com/psicoterapia-disturbi-psicologici-terapie/dipendenze-patologiche/dipendenza-sessuale?sm-p=23628133
3. https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-psichiatrici/disturbi-parafilici/panoramica-sui-disturbi-parafilici
4. https://www.stateofmind.it/parafilia/#eziologia-e-trattamento
5. https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_delle_parafilie#cite_note-3
6. Krueger, R.B. and Kaplan, M.S. (2015). Paraphilic Disorders. In Psychiatry (eds A. Tasman, J. Kay, J.A. Lieberman, M.B. First and M.B. Riba)
7. Perrotta G. (2019). Paraphilic Disorder: Definition, Contexts and Clinical Strategies. Neuro Research, 1 (1).


Dott.ssa Vanessa Nardelli Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Dott.ssa Vanessa Nardelli
Psicologa, Dott.ssa Magistrale in Psicologia Cognitiva Applicata
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