Socrate, Agata e il futuro. L'arte di invecchiare con filosofia

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Beppe Severgnini è uno stimabilissimo, noto editorialista del Corriere della Sera, e in questo suo interessante lavoro, a cominciare proprio dal titolo scelto, non si esime dal valorizzare, pur utilizzando la parola “futuro”, riferendosi alla sua adorata nipotina Agata, fonte di ispirazione del libro, la Cultura Classica, quella intramontabile, fatta di amicizie amori, giustizia ed etica, insegnamenti fondanti, e che non smette mai di tramandare e donarci saggezza, oltre ogni tempo e contesto. L’autore, infatti, inserisce Socrate e Filosofia, due termini che rimandano alla cultura Greca, con estrema chiarezza e indiscutibile ammirazione.
Il Latino e il Greco, due lingue che meritano rispetto e forse anche del senso di gratitudine per quello che racchiudono, per ciò che ci hanno lasciato in eredità, un bagaglio sicuramente non tangibile ma di enorme ed inestimabile valore formativo e culturale. Studiare le lingue antiche/classiche significa poter ritrovare le nostre origini, il nostro essere identitario: il latino per comprendere meglio da dove attinge l’italiano, il greco aiuta a capire con accuratezza un linguaggio più scientifico, tanto da essere fondante nello studio delle discipline mediche, durante il percorso universitario che conduce a diventare professionisti in vari e diversi ambiti specialistici, perché studia e approfondisce l’etimo delle parole; in ultimo, ma non per ordine di importanza, la filosofia che supporta lo sviluppo e la capacità di analizzare criticamente, conseguendo una predisposizione e una mente incline ad utilizzare il pensiero logico, il tutto grazie all’assiduo allenamento che si compie attraverso la traduzione di versioni.
L’analisi critica è anche un invito molto esplicito dell’autore, sul retro del libro, per introdurre e aiutare i lettori a capire quello che di interessante è possibile scoprire durante la lettura: “Un libro per giovani critici e anziani autocritici”. Tornare a dar valore al pensiero (magari lento), porsi domande, abituarsi ad una sana autocritica sono tutti mezzi efficaci per migliorarsi, soprattutto per non cadere nella arroganza o supponenza. Ma il tutto, come potrebbe attuarsi nella pratica? Nelle pagine iniziali, nella parte introduttiva, l’autore scrive così:
Serve frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Serve accettare che c’è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Serve capire che il fascino è inversamente proporzionale allo sforzo per conquistarlo. Serve allenare l’ironia, antiruggine dell’anima.
Nel capitolo intitolato Il gioco delle idee, B. Severgnini si domanda come trarre l’ispirazione, coltivare e nutrire nuove idee, rispondendo successivamente con alcuni consigli molto saggi:
- Innanzitutto, prepararsi: quindi, tenere la mente attiva e in allenamento, usando la metafora dell’autore, o piuttosto una “allegoria agricola”:” Il campo mentale va arato, seminato e irrigato perché cresca qualcosa” …
- Prepararsi significa non diventare presuntuosi: restare in ascolto, confrontarsi e circondarsi di creatività e stimoli, con persone che possano scambiare idee brillanti, pensieri e conoscenze, per acquisire, condividere e migliorarsi.
- Non essere o divenire presuntuosi, dunque capaci di crescere, significa che non si può smettere di essere curiosi, farsi domande e voler apprendere; afferma B. Severgnini, a tal proposito:
C’è chi smette di imparare a scuola, chi quando inizia a lavorare, chi quando può comandare. I migliori non smettono mai.
Quando l’autore, nel capitolo intitolato L’antidoto all’ ironia, scrive: “Ragionare con un fesso è come asciugare il lavello con la carta vetrata: si può fare, ma è un’operazione lunga e irritante” … ecco come i concetti esposti in questa parte del libro, istruttivi e salvifici, appaiono anche decisamente significativi e ricchi di saggezza. La stupidità, secondo il giornalista, è molto insidiosa, di sicuro manipolatoria nel linguaggio, a tratti quasi pericolosa, perché porta via molta energia al malaugurato/a che ci si imbatte, suo malgrado: provocando il suo interlocutore, innescando sentimenti di irritazione, lo stupido ne gode e trae forza, pensa, addirittura, di dare prova della sua intelligenza.
Beppe Severgnini consiglia, come arma vincente, sia una sanissima dose di ironia, ma anche comunicare e trasmettere indifferenza e impassibilità. Certamente, la miglior azione da intraprendere è quella di evitare gli “stupidi”, ma se capitano, impossibile il contrario, anche in poche o rare occasioni, la doppia formula vincente ironia-indifferenza è un ottimo salvavita. Molto spesso, difatti, trovarsi nel pieno di questo genere di infauste e tossiche situazioni viene a rivelarsi una vera e propria perdita di tempo (pensando alla succitata metafora del lavello), per cui meglio utilizzare le energie positive, le risorse interiori interne per ben più importanti occasioni di vita, altresì, verso quelle persone per cui vale veramente la pena spendere la nostra vitalità!
Se Socrate, Agata e il futuro è il titolo del libro lo è altrettanto del capitolo conclusivo; in entrambe le parti, sulla copertina e nell’ epilogo, come in un magico cerchio che si chiude, lo scrittore riporta straordinarie parole con profondità espressiva ed interiore:
La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l’età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire.
Buona lettura!
Roberta Favorito
Socrate, Agata e il futuro. L'arte di invecchiare con filosofia
Autore: Beppe Severgnini
Editore: Rizzoli
Genere: Saggistica
Anno: 28 gennaio 2025
Lingua: Italiano
Pagine: 240
ISBN: 978-8817173995
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Roberta Favorito
Laureata in Lettere, Specializzazione in Scienze Pedagogiche
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