Coaching nelle università: perché è fondamentale
Tecniche di crescita personale in ambito scolastico [Audio]
Questo articolo è disponibile nella versione audio prodotta dall’autore Tina Poletto.
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La situazione causata dal COVID ha portato a puntare i riflettori sulla scuola: sulle lacune a livello tecnologico, ma anche sulle conseguenze che la didattica a distanza potrà avere sul futuro dei nostri bambini e ragazzi.
Per quanto non sia ancora per nulla diffuso nelle scuole, il coaching è uno strumento che potrebbe essere sfruttato molto di più nell’ambito scolastico, come sta avvenendo in paesi come il Regno Unito e l’Australia. Le coaching skills possono essere insegnate ai professori che poi potranno usarle per gestire al meglio i ragazzi, ma anche i genitori e gli altri colleghi insegnanti.
Come funziona il coaching?
Il coaching si basa su un rapporto tra un coach e un altro individuo o un gruppo di individui, che innanzitutto vengono considerati abili e con tutte le capacità necessarie per raggiungere i propri obiettivi.
Di conseguenza il coach durante la sessione non dà giudizi né consigli diretti, bensì pone le domande giuste. Quando viene posta una domanda, la persona che la riceve è obbligata a processare quello che è stato detto e trarne le proprie conclusioni prima di rispondere. Questo tuttavia non avviene nel momento in cui si danno dei consigli diretti.
Quindi il coach pone le domande giuste per aiutare la persona a raggiungere il proprio obiettivo più velocemente, superando al meglio gli ostacoli che potrebbe incontrare.
Ma partiamo dall’ultima casella del percorso scolastico, l’università. L’università è l’ultimo grande passo prima di entrare nel mondo lavorativo. Ha quindi un ruolo fondamentale nella vita dei giovani adulti.
Rappresenta inoltre un momento particolarmente intenso, che può portare a dubbi e ansie, ma se gestiti al meglio anche ad una significativa crescita personale. Nel seguente articolo andremo ad analizzare degli aspetti del tuo percorso e come quest’ultimi hanno avuto un impatto sulla tua vita. Alla fine dell’articolo troverai un esercizio pratico che ti aiuterà a capire qual è la tua strada.
Chi ti ha spinto ad iniziare l’università?
Negli ultimi anni l’università è diventata un ‘must’, la normalità e la base per poter trovare lavoro.
Tuttavia ti invito, come primo passo, a chiederti: chi ti ha spinto ad iniziarla?
Ci sarà sicuramente un gruppo di studenti che a questa domanda può rispondere con sicurezza dicendo “IO ho deciso di iniziare questo percorso”.
Questi studenti sono riusciti ad avere l’autonomia e la consapevolezza necessaria per non essere influenzati dalla famiglia, amici e società.
Tuttavia possiamo dire che la maggior parte di noi è stata spinta da altre forze ad iniziare l’università. Una fra tutte l’ansia e la pressione.
Il non poter avere uno spazio e tempo per riflettere prima di fare una mossa così importante. Ci siamo fatti travolgere dalle aspettative delle persone che amiamo e anche un po’ dalle nostre paure.
Abbiamo scelto la strada più ‘facile’ e ‘confortevole’ perché può essere considerata un po’ un proseguimento delle superiori. Sappiamo cosa ci aspetta, dovremo frequentare delle lezioni, prendere appunti e dare degli esami. Ci sentiamo bene ed accettati per aver preso questa decisione e ci sembra quella giusta.
Fino a che non ci troviamo a poche settimane dalla laurea. Se non abbiamo avuto l’occasione durante i tre o più anni di studio di riflettere, di aumentare la nostra consapevolezza e lavorare sulla nostra crescita personale ci troveremo spiazzati.
Iniziamo a vivere gli ultimi mesi con un grande ansia e paura che spesso porta a rinviare la data della fine del percorso. Non riusciamo a capire da dove vengono queste emozioni e perché le stiamo provando.
La risposta è davanti ai nostri occhi, dobbiamo solo avere il coraggio di accettarla. Abbiamo preso una scelta non dettata dalle nostre preferenze, le nostre attitudini o i nostri interessi.
Per la millesima volta abbiamo messo davanti il pensiero degli altri al posto del nostro. Arrivati a questo punto non dobbiamo preoccuparci. Dobbiamo capire perché ci sentiamo così, accettarlo e poi prenderci le nostre responsabilità per scoprire chi siamo e cosa vogliamo fare. Siamo ancora in tempo e sarebbe un peccato sprecare questa possibilità.
Ma facciamo un passo indietro.
Il sistema scolastico: come plasma il nostro carattere
Senza notarlo abbiamo vissuto 20 anni o più della nostra vita dedicando la maggior parte del nostro tempo alla scuola. Quindi la scuola ha avuto e ha tuttora un ruolo fondamentale su chi siamo diventati, il nostro carattere e le nostre abitudini. È fondamentale prendersi del tempo per analizzare quelle che sono le caratteristiche generali della scuola e come le abbiamo percepite e di conseguenza che impatto hanno avuto nella nostra vita.
Una delle caratteristiche più peculiari è il ruolo dello studente. Pensiamoci assieme. Intorno ai 6 anni i tuoi genitori iniziano a portarti in questo luogo e ti dicono che imparerai molte cose che ti serviranno nella vita.
Ti dicono che non sai nulla, devi stare molto attento e ascoltare gli insegnamenti. Loro sanno. Inconsciamente ti chiedono di mettere da parte la tua immaginazione, il tuo punto di vista e la tua creatività. Ti chiedono di avere un ruolo passivo, per il tuo bene, perché tu non sei ancora nessuno, non hai esperienza né conoscenza.
Da lì inizia il tuo percorso. Che continua per anni. E ci sono tantissimi altri piccoli elementi che dovrebbero farti riflettere. Come per esempio il modo in cui viene testata la tua conoscenza, le verifiche, le interrogazioni e i voti.
Partendo da quest’ultimi, i voti e gli standard sono decisi dagli insegnanti e dalla scuola, da qualcuno di esterno che ti dice cosa rappresenta cosa. Di conseguenza è normale se come studente porterai questa caratteristica nella tua vita personale e cercherai sempre il punto di vista esterno e l’approvazione esterna.
Il momento della scelta
All’improvviso ti ritrovi all’ultimo anno delle superiori. Insegnanti e genitori, che per tutto questo tempo hanno “ignorato” il tuo pensiero e il tuo punto di vista si girano verso di te, ti osservano e ti chiedono “Quindi cosa farai dopo?”.
Tutto d’un tratto ti viene richiesto di spostare il tuo centro da fuori di te a dentro di te e chiederti cosa vuoi fare. Per ogni scelta che prendiamo dobbiamo conoscerci, per capire cosa vogliamo, se no la deleghiamo e finisce che viene scelta basandosi sulle preferenze di altre persone, che per quanto possano esserci vicine e amarci non sono le nostre!
Quindi è normale che ci sentiamo persi e con tanta pressione e che tendiamo a prendere delle scelte affrettate pur di non avere quella sensazione spiacevole di capire cosa vogliamo fare e lottare contro quello che gli altri pensano sia giusto per noi.
Il ruolo del coach
È importante notare e capire da dove vengono quelle emozioni ma anche prendersi le proprie responsabilità.
Non possiamo semplicemente colpevolizzare il sistema scolastico o la famiglia. Dobbiamo imbarcarci in quello che sarà il percorso di crescita che ci cambierà per sempre ma anche che ci salverà.
E in questo percorso è importante ricevere il supporto e la guida giusta. La migliore è quella del coach.
Il coach con il suo metodo non giudicante e la fiducia nelle tue capacità ti guiderà piano piano, senta camminare per te ma stando al tuo fianco.
Ci sono inoltre dei semplici e pratici esercizi che il coach suggerirà che possono aiutare gli studenti a fare un percorso interiore e conoscersi al meglio per poter prendere le decisioni giuste.
Come trovare la tua strada: VIA Model
L’esercizio di life coaching VIA, dal nome, ti aiuta a trovare la giusta via, la TUA via verso la soddisfazione personale. Prendi carta e penna e iniziamo.
I tuoi valori
Si parte focalizzandosi su quelli che sono i nostri valori. Crea una lista più lunga possibile dei tuoi valori. Cos’è importante per te nella vita? Cerca di andare nello specifico, se per esempio per te è importante l’amicizia che aspetto dell’amicizia è particolarmente fondamentale? La fiducia? La condivisione? Non ci sono risposte giuste o sbagliate.
Gli interessi
Passa poi al secondo elemento, gli interessi. Quali sono i tuoi interessi? Accademici ma anche extracurricolari, come lo sport, l’arte, la musica, la
lettura, il cinema e le tue passioni. Come ti piace spendere il tuo tempo? Che attività ti fanno stare bene?
Le abilità
Infine focalizzati sull’ultimo aspetto, le abilità. Quali sono le tue abilità e capacità? Puoi partire da quelle accademiche come la memoria, l’uso dei numeri, la lettura veloce etc. Ma non dimenticarti anche di quelle emozionali e interpersonali.
Confronta le varie aree
Infine, basandoti sull’immagine che trovi a lato, rifletti su quelle che sono le aree che si sovrappongono e le tematiche comuni, la V-I poi tra I-A e infine tra A-V. L’ultima parte dell’esercizio ti richiede di vedere quello che è il centro, un po’ il riassunto di tutte le aree messe insieme.
Ti invito anche a completare la seguente frase:
I miei valori e interessi sono […] quindi ho fatto le seguenti esperienze […] che mi hanno portato a sviluppare […] capacità. Quindi la mia missione/obiettivo/prossimo passo è […].
Rifletti sull’esercizio appena fatto. Sei contento di quello che è emerso? Vuoi proseguire in questa direzione? C’è qualcosa che faresti diversamente?
Tina Poletto – Life Coach | Email |