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Dalla paura di vivere alla gioia

Eppure esisto

Image by Ben White on Pexels.com


Mi sono affannato nel cercarmi in tutti gli angoli del mondo, finché mi sono fermato nell’amarmi.

Mi ritrovo a osservare come, anche se costantemente nel quotidiano siamo immersi in relazioni di vario genere e natura uno dei mali che attanaglia oggi, l’anima dell’essere umano, sia un senso di solitudine che ci lascia in una disperazione sconosciuta. Nascondiamo le nostre esistenze dietro piccoli oggetti che ci offrono l’illusione di sentirci, connessi, considerati, visti, affidandogli il compito di restituirci il senso del nostro esistere. La società del consumo ci invoglia a comprare qualcosa che è sempre più performante, potente, ammaliandoci con parole come intelligenza, risparmio, affidabilità, tempo, e così ci nasconde quello che sta accadendo all’essere umano. Milioni di persone che hanno smesso di guardare, interagire direttamente con la realtà delegando ad uno  strumento, ad una intelligenza artificiale la ricerca dei loro significati più profondi.

Così è diventato sempre più difficile, estraneo, gioire, faticare per raggiungere un proprio obbiettivo, cercare un insieme condiviso, scoprire chi siamo partendo dal nostro vissuto condividendolo, discutendolo, confrontandoci  con altri diversi, differenti  da noi, all’interno di  un tempo che sia umano. L’idea del tutto subito, possibilmente prima si fa sempre più strada nelle coscienze, facendoci dimenticare la bellezza dell’attesa, la profondità della saper stare anche scomodi perché disposti ad apprendere da situazioni che non conosciamo. Se non ci piace, non siamo disposti a lottare e vivere la situazione, la lasciamo andare immediatamente.

Andrea imprenditore di successo, successo arrivato prestissimo, si ritrova in questa immensa casa  progettata voluta, ambita, da mostrare, ostentare eppure odiata. Cambia le relazioni sentimentali con la velocità con cui si cambia un abito, ed anche se si immagina dentro ad una coppia che funziona, non riesce a fermarsi con una donna più del tempo necessario di dire addio. Dormire insieme poi è semplicemente un incubo.

Ansia, paura, vicinanza, il timore di scoprisi o mostrare il suo sentirsi fragile, in ogni relazione la  sensazione è quella di sentirsi in prigione, e l’unica soluzione è quella di fuggire. Ma poi fuggire da chi o cosa. Ci sono voluti tre mesi di terapia per aprire una porta sulla sua storia personale, con un padre completamente assente e distante, che nel suo peregrinare lavorativo tradiva la mamma di Andrea senza nasconderlo. Padre che ad ogni ritorno a casa non smetteva di criticarla e criticarlo. Andrea cosi ha imparato a sostenere i lamenti, le sofferenze di una donna, la madre, estremamente dipendente, e il fuggire da lei è stato fuggire da un sé che provava emozioni impossibili da mostrare, relegandosi in questa grande casa.  L’idea di avere una relazione, col rischio di diventare come i suoi genitori ecco da cosa stava scappando Andrea.

Diecimila fiori in primavera, la luna in autunno, una fresca brezza d’estate, la neve d’inverno, se la tua mente non è annebbiata da cose superflue, questa è la migliore stagione della tua vita. (Poesia cinese Wu men ) 

Mettersi in gioco, quando siamo travolti da una crisi, cominciare a porre a se stessi delle domande, cosa voglio da questa mia esistenza, chi sono io, di che cosa ho bisogno per trovare i miei significati, la mia felicità, non quelle cose posticce, surrogate che mi offrono al supermercato della superficialità, e’ il primo modo per cominciare a cercare di  cambiare.

Mari impetuosi e valli che sembrano infinite, deserti sconfinati e cime di montagne che sembrano irraggiungibili , costituiscono i paesaggi del  viaggio che dovremo affrontare dentro al nostro animo, affrontando  demoni come il dolore, la paura, la rabbia, guidati dalla segreta speranza di  ritrovare una gioia che nasce dal semplice esistere. Risorse come amorevolezza, gratitudine, compassione, presenza, sono le medicine, che se scoperte e coltivate, ci verranno in soccorso  per guarire quelle ferite antiche, profonde, che lacerano l’ animo ed il cuore umano, sostenendoci  lungo i sentieri della vita. Passeremo dall’illusione di sapere tutto, molto adolescenziale, di voler controllare tutto, al permettersi di ritornare curiosi, di sperimentare vie nuove, sconosciute, con la consapevolezza che l’esistenza è molto più grande di noi.

Ilaria e Francesco si rincorrono da anni, si conoscono da quando sono bambini, la loro relazione va oltre il tempo, interrompendosi costantemente, lasciandoli soli a sperimentare la propria  vita. Quando Francesco arriva in terapia è un uomo distrutto, alla soglia dei suoi 35 anni, si è accorto che senza Ilaria non riesce a costruire niente. Nel frattempo Ilaria ha messo su la sua famiglia gli ha comunicato che aspetta un bambino. Francesco stavolta  è proprio solo, sa che è persa. La sua mente ha già programmato di  scappare via lontano, in altri posti, continenti, lo ha già fatto, per poi ogni volta tornare. Solo quando gli chiedo chi altro lui non sia stato in grado di salutare nella sua vita o chi non sia stato salutato nella sua famiglia, insieme cominciamo ad aprire territori emotivi  inesplorati che vanno oltre la sua relazione con Ilaria .

Esistono i figli per sempre, ed esistono  gli scampati, o sopravvissuti, quelli che riescono a mantenere una parte di sé viva, che difendono contro tutto e tutti, e comunque vada continuiamo ad esistere, possibilità o dannazione, dipende da noi.

La parola libertà credo che sia il termine più usato, ambito, ricercato. Ma libertà da chi o che cosa, da quale prigione in cui ci sentiamo incastrati, da quali stanze, che ci siamo ritrovati o costruiti  in cui sembra non ci siano porte aperte.

La consapevolezza di noi stessi, di chi siamo, e’ la chiave.

Quando esploriamo il significato di libertà scopriamo come abbiamo imparato a dare importanza a  determinate possibilità  e negarle altre, lo abbiamo fatto per sentirci parte di quella famiglia, della sua storia, della  società in cui siamo nati, avevamo un bisogno esistenziale di non sentirci separati.  Abbiamo, così, allenato qualità, risorse, significati specifici da usare nella vita, che ci restituissero  l’idea di chi siamo, un senso di noi fermo, sicuro, solido, che potesse essere speso nel nostro contesto rinunciando così ad altre parti rimaste nell’ombra. Qualcuno dimentica la sua vulnerabilità, qualcuno il proprio sentire, altri dimenticano di comunicare certe emozioni, qualcuno si scorda di mostrarsi, rimanendo in un angolo di se stesso, altri boicottano il loro coraggio, altri ancora smettono di percepirsi  e fanno semplicemente cose. Ognuno trova, con il materiale che ha disposizione da bambino, il suo modo per scampare, ritrovandosi così  da adulto a dover ritirare fuori quello che è rimasto nascosto dentro di sé.

Questa è la fatica più grande.

Cristina e’ di fronte ad un bivio, la malattia, un tumore al seno che si ripresenta, una figlia adulta lontana che vive in un’altra nazione, si sente sola in una città estranea con l’unica figura che dovrebbe esserle al suo fianco, il compagno, che è sempre preso solo dalle sue preoccupazioni, dalle sue attività . Anche in ospedale il giorno dell’intervento è andata da sola. Che fare? Quel compagno Il papà di sua figlia, dovrebbe lasciarlo, ma proprio adesso, che ne ha più bisogno? Ma tanto lui non c’è’. Il suo dolore, la sua rabbia più grande sono per se stessa, per le scelte fatte e soprattutto per quelle non fatte, per non aver affrontato prima i suoi nodi. Prova rabbia per come ha agito, per la poca considerazione di sé, per come ha taciuto, ingoiato le parole  in tutti questi anni. Il suo tacere sarà la chiave di volta, costruiremo un viaggio dove darsi il permesso di esplorare  cosa potrebbe accadere se stavolta la voce avesse la forza di uscire, di mostrarsi. 

Libertà diventa allora la scoperta di un sé che impara a danzare in spazi più ampi con la vita, facendosi coinvolgere dalle sue mille sfaccettature, riprendendosi il diritto di conoscersi, di amare e amarsi, di permettere ai propri sogni di esistere, di osare nell’ uscire dal conosciuto con la consapevolezza di un tempo che abbiamo.


Stefano Cotugno Autore presso La Mente Pensante Magazine
Dott. Stefano Cotugno
Psicoterapeuta Sistemico Relazionale
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