Zona di comfort & Ideale dell’ostrica
Comprendere le egregore per plasmare il nostro viaggio
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Uno dei mantra che si sente più sovente nell’ambito della crescita personale è l’importanza di uscire dalla propria zona di comfort, trovare il coraggio di abbandonare un passato conosciuto per abbracciare un futuro pullulante di novità. Tuttavia, si parla sempre del primo passo da fare, definito come quello più complesso da attuare, ma raramente di ciò che avviene dopo. Basandomi sulla mia esperienza personale, in questo articolo parlerò di che cosa avviene in un secondo luogo e quali tecniche adottare per viversela al meglio.
Uscire dalla zona di comfort, e poi?
“È ora di uscire dalla zona di comfort!” quante volte avremo sentito questa frase. Io in primis la ripeto alle persone a me care e a me stesso di continuo. Chiudere i ponti con il passato conosciuto e tirarsi su le maniche in funzione di un divenire ignoto può intimorire. Ma come ben sappiamo, una volta che si riesce ad attuare questo passo, il piacere non è nemmeno lontanamente paragonabile al timore provato poc’anzi. Tuttavia, spesso accade che quando si lascia la tanto discussa zona di comfort entrino in gioco delle energie che ci riportano “indietro”. Forze esterne e/o programmazioni subcoscienti che sembrano dirci “Guarda che quella non è la direzione giusta” per i più spirituali, o “Ecco vedi, facevi prima a startene dov’eri” per i più pragmatici. Nella letteratura italiana questo fenomeno è conosciuto come l’ideale dell’ostrica di Giovanni Verga, dove chi tenta di uscire dal proprio ambiente viene riportato indietro, così come il mollusco che esce dal proprio guscio potrebbe divenire preda di un pesce vorace.
Quando ciò accade, credo sia molto importante comprendere se effettivamente abbiamo intrapreso una strada sbagliata per la nostra evoluzione animica, o se è l’ego impaurito a convincerci a tornare indietro, nel conosciuto.
Nel proprio percorso di crescita personale, ognuno di noi potrebbe aver sviluppato degli strumenti per riconoscere la natura degli accadimenti. Lo strumento più potente a me attualmente conosciuto è quello di proiettarsi fuori dal corpo e vedersi dall’esterno. Non preoccupatevi, non sto parlando di proiezione astrale o altre cose che se non siamo in grado di fare possono frenarci. Quello che voglio dire è semplicemente provare a vedersi dall’esterno, anche a occhi aperti. Per esempio, mentre scrivo questo articolo sono in volo dal Kazakistan all’Uzbekistan. In questo momento per me visualizzarmi da fuori significa immaginare un fantasmino Andrea in mezzo al corridoio che osserva il proprio corpo fisico; capacità immaginative permettendo, nella maniera più dettagliata possibile. Così facendo, si prende consapevolezza che la coscienza risiede lì, nell’osservatore. In questo modo si può ricevere un parere imparziale, e soprattutto non condizionato dalla mente pensante.
Stessi luoghi. Simili avvenimenti
In riferimento all’ideale dell’ostrica, in maniera analoga ma non identica, vorrei parlare anche di un pattern che ho notato nella mia vita relativo ai viaggi. Spesso ho notato che negli stessi posti, ma in tempi differenti, si creano dinamiche simili. Come se nei vari luoghi si creassero delle egregore, delle forze che in base a quello che abbiamo creato prima in quel luogo continuassero per inerzia a presentare simili accadimenti. Mi spiego meglio con esempi pratici. Professionalmente parlando (per chi non lo sapesse lavoro come traduttore e interprete), solitamente non collaboro con clienti europei, ma tutte le volte che torno in Europa anche per un breve periodo, ricevo richieste di lavoro da potenziali clienti europei. Oppure quando vado in un paese in cui ho imparato la lingua del posto ma poi non lavorato molto con quella lingua, ricevo richieste di traduzioni in quella lingua.
La mia spiegazione a riguardo è che uscendo costantemente dalla mia zona di comfort e creandone conseguentemente molteplici in vari luoghi diversi, è come se io “ostrica” avessi svariati gusci sparsi per il globo che rendono più facile o meno fare quello che voglio o non voglio fare in un preciso momento. Ritengo sia importante prendere atto di questi pattern per vivere la nostra vita in qualità di attori protagonisti. A tal proposito vorrei anche consigliare la lettura di un mio precedente articolo “Astrocartografia: Gli Astri su mappa in un connubio tra astrologia e geografia” nel caso ve lo foste persi. Può anche capitare di non essere mai stati in un luogo ma di provare sensazioni apparentemente inspiegabili e uno stato d’animo che non dipende da noi. Consultare l’influenza dei corpi celesti sul planisfero è sicuramente uno strumento aggiuntivo per non lasciarsi soccombere dagli avvenimenti ma per plasmarli a nostro piacimento, come dei veri alchimisti della nostra stessa esistenza. Buon viaggio!
Andrea Ferri
Interprete | Traduttore | Nomade Digitale
Bio | Articoli | Video Intervista AIPP Febbraio 2024
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