La Depressione secondo il Modello Cognitivo
Conoscenza e consapevolezza: le armi per combatterla
La depressione, in tutte le sue forme, è tra le malattie più diffuse al Mondo. Si stima che in Italia colpisca più di 3 milioni di persone, con una prevalenza del 5% sulla popolazione generale (Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS ).
Tuttavia, i dati relativi alla prevalenza di tale disturbo potrebbero subire una sottostima a causa del mancato riconoscimento ed intercettazione di chi ne soffre, e della stigmatizzazione che spesso viene associata al disagio psicologico. Ne consegue che il numero di persone che effettivamente vive e convive con tale condizione psicopatologica, potrebbe essere ben più elevato.
Il Disturbo depressivo può colpire chiunque e a qualsiasi età, ma pare essere più frequente tra i 25 e i 44 anni di età (OMS). Le donne sono più colpite dalla depressione, rispetto agli uomini: il rapporto è di 2:1, quindi circa due volte tanto.
Tra i principali sintomi della Depressione si riscontra la presenza di umore depresso, irritabile, o instabile; la perdita di interesse e di piacere per la maggior parte delle attività, che in precedenza risultavano gratificanti o appaganti; un significativo aumento o diminuzione di peso corporeo; l’insonnia o l’ipersonnia (aumento del sonno); le difficoltà di concentrazione; l’agitazione o il rallentamento psicomotorio; gli eccessivi sentimenti di autosvalutazione o di colpa (DSM-5, APA, 2015).
I sintomi tipici della depressione
I sintomi tipici della depressione possono presentarsi a diversi livelli di intensità e durata andando a costituire differenti disturbi psicologici: Distimia, Disturbo Depressivo Maggiore, Disturbo Bipolare, Disturbo Ciclotimico (DSM-5, APA, 2015).
Ognuno di questi disturbi merita un’adeguata valutazione diagnostica e una specifica terapia.
Provare tristezza, malinconia, sfiducia, e altre emozioni negative e spiacevoli può essere normale e temporaneo.
Se l’intensità e la durata di queste emozioni divengono eccessive, è importante chiedere aiuto.
Allo stesso modo, è fondamentale che chi si riconosce nei segni tipici della depressione abbia la consapevolezza che la Depressione è una condizione di disagio psichico dalla quale è assolutamente possibile uscire, con un adeguato supporto professionale.
Comprendere i meccanismi della: il Modello Cognitivo Comportamentale
La Terapia Cognitivo Comportamentale(Cognitive Behavior Therapy, CBT) rappresenta il trattamento di maggior efficacia per la gestione e la cura dei disturbi depressivi.
Le tecniche e gli strumenti della CBT si basano sul modello cognitivo della depressione sviluppato intorno agli anni ’50 da alcuni psicoanalisti, primo fra tutti Aaron Beck (Beck, Rush, Shaw, Emery, 1979; Beck, Emery, Greenberg, 1985).
L’assunto di base della CBT è che le emozioni che proviamo dipendono da ciò che pensiamo, e ciò che pensiamo determina il nostro comportamento (emozione e comportamento sono definiti dalla cognizione).
Il modello cognitivo presuppone che alla base delle emozioni negative che accompagnano la depressione vi sia un sistema cognitivo che opera in maniera disfunzionale, con pensieri automatici, credenze, trappole cognitive, interpretazioni catastrofiche degli eventi e schemi disfunzionali.
La dinamica dei disturbi depressivi
La dinamica di origine e di mantenimento dei disturbi depressivi è la seguente: vi sono dei pensieri automatici, coscienti, e che non mettiamo in discussione, dando per assodato che siano veri.
Tuttavia, tali pensieri sono solo pensieri, non fatti, e in quanto tali possono essere messi in discussione ed eventualmente modificati.
Dal pensiero automatico si arriva alle credenze. Le credenze si formano a partire dal sistema di valori, di regole e di norme dell’individuo, e determinano il modo in cui percepiamo e interpretiamo le nostre esperienze e la realtà che ci circonda.
Di seguito un esempio:
- Evento scatenante: “non ho superato un esame universitario”;
- Pensiero automatico: “ho sbagliato”;
- Interpretazione del pensiero automatico: “non sono all’altezza, non valgo niente, è colpa mia, avrei dovuto fare diversamente”;
- Credenza di base: “bisogna riuscire in tutto nella vita; il fallimento è inaccettabile”;
- Schema cognitivo: “Non posso fallire; non mi è concesso fallire”.
La base, nonché il livello più profondo, è lo schema cognitivo, il quale si sviluppa a partire dalle esperienze di vita individuali, dall’ambiente culturale in cui si vive, dalla micro-cultura familiare a cui si appartiene.
È lo schema, in quanto struttura maggiormente radicata, a determinare le interpretazioni degli eventi (interni o esterni) e i pensieri automatici.
A loro volta, l’interpretazione degli eventi e i pensieri automatici determinano i nostri comportamenti, i quali, spesso, a causa della loro disfunzionalità rappresentano fattori di mantenimento del disagio psicologico.
Depressione: trattamento terapeutico secondo il modello cognitivo
Il lavoro terapeutico consiste nell’individuazione dei pensieri automatici, delle credenze, delle interpretazioni ed infine degli schemi disfunzionali; tutte queste strutture cognitive vengono poi analizzate con l’utente nel loro grado di realismo e razionalità e, successivamente modificate con strutture maggiormente realistiche e funzionali.
In poche e semplici parole, modificare consapevolmente l’assetto cognitivo su cui si fonda l’esistenza dell’individuo consente di modificare le emozioni che prova e i comportamenti che mette in atto.
Avere consapevolezza dei propri pensieri, e più in generale dei propri meccanismi di pensiero, ci consente di padroneggiarli, metterli in dubbio e verificarli, modificando così le emozioni e i comportamenti che ne derivano.
Tutto ciò garantisce una certa capacità di controllo sul proprio benessere psicologico, che toglie l’individuo dalla sensazione di essere totalmente inerme ed in balia degli eventi, tipica di molte condizioni di disagio psicologico tra cui, appunto, la Depressione.
Dott.ssa Ilenia Caggiu
Psicologa Clinica e Forense | Mindfulness Educator
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