Trovare la giusta distanza nelle relazioni di coppia
Avete mai sentito parlare del dilemma del porcospino di Schopenhauer?
Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, con calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la miglior posizione. (Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, 1851)
In ogni relazione risulta fondamentale posizionarsi alla giusta distanza: sufficientemente vicini da creare un legame profondo e reale, sufficientemente distanti da continuare a esistere come individui.
Il problema principale di ogni coppia è che il concetto di giusta distanza non è quantificabile.
Ciò che per me potrebbe essere una giusta distanza, per il mio partner potrebbe essere una distanza inaccettabile.
Di frequente accade che in un rapporto, per amore, gelosia, paura o inesperienza, accettiamo una distanza (o una vicinanza!) che ci è stata imposta.
Ci innamoriamo di un partner assente e magari lo diventiamo anche noi per ripicca: in quel caso la distanza è tale che non esiste una coppia, ma solo due mondi separati e distinti, concentrati sul soddisfacimento di bisogni personali, che talvolta coincidono.
Magari speriamo in un’evoluzione della coppia, che quasi mai si realizza.
O, al contrario, ci buttiamo a capofitto in un rapporto totalizzante, abbandonando amicizie, desideri e ambizioni appartenenti a una vita precedente.
In questo caso, la coppia esiste ma quante sono le possibilità che duri nel tempo?
Alla dipendenza affettiva, consegue l’annientamento di ciò che siamo stati.
Siamo davvero disposti a rinunciare a parti importanti del nostro essere per una relazione sentimentale che dapprima potrà sembrarci la panacea di tutti i mali, ma che nel tempo si presenterà con caratteristiche reali e problematiche complesse da affrontare?
Ci ritroveremo isolati, senza amici né punti di riferimento! A quel punto cosa faremo?
Rimarremo dentro una relazione che non ci soddisfa per paura di restare soli oppure cercheremo, quale via di fuga, una relazione nuova e priva di complicazioni (almeno in apparenza)?
Leggendo questi miei pensieri, potrete pensare che la mia sia una visione profondamente pessimista dell’amore e delle relazioni di coppia.
Non è così!
Le coppie che durano nel tempo esistono.
Non credete a chi prova a convincervi che ogni sentimento è destinato per sempre a svanire.
Sentimenti e relazioni sono semplicemente destinate a mutare.
E così quella “moderata distanza reciproca“, che funziona perfettamente per la coppia in un determinato momento della vita, potrebbe essere percepita come inaccettabile dopo qualche anno, in ragione di un cambiamento intercorso nella relazione, ad esempio, in seguito alla nascita dei figli o al sopravvenire di nuove responsabilità.
Trovare un equilibrio è la sfida che siamo chiamati a compiere
Non c’è una ricetta per creare e mantenere l’equilibrio all’interno della coppia, ma due “ingredienti” possono aiutare.
Il primo ingrediente è il divertimento
Evitiamo che la vita insieme sia solo un elenco di incombenze da portare a termine.
Condividiamo con entusiasmo progetti e interessi.
Alcuni giorni gli impegni familiari e lavorativi saranno predominanti, i dissapori e i nervosismi inevitabili.
È normale che sia così, ma non lasciamo che il malumore si annidi all’interno della nostra casa.
Quando l’aria sembrerà troppo pesante, proviamo a spalancare le finestre della mente verso nuovi progetti da realizzare insieme: che sia un fine settimana fuori porta o una cena romantica, l’importante è che si tratti di un’idea che entusiasmi entrambi!
Riserviamo dei momenti speciali alla famiglia, costruiamo ricordi che ci facciano sorridere anche nelle giornate più complicate, amiamoci nei ritagli di tempo, ma continuiamo a ritagliare spazi per la coppia.
Non dimentichiamo di far parte della stessa squadra, affrontiamo insieme le sconfitte, senza addossarci colpe, ma dialogando e confrontandoci per concordare una strategia vincente.
Il secondo ingrediente è il tempo per sé
È la possibilità di dedicare alcuni momenti della giornata o della settimana a ciò che ci fa stare bene come singoli individui.
È tempo prezioso per coltivare un hobby, una passione, un’amicizia, o semplicemente per leggerci dentro.
Come possiamo pretendere che il partner comprenda e soddisfi le nostre esigenze se noi per primi non dedichiamo del tempo prezioso ad ascoltarle?
Inoltre, consentire anche al partner di esistere al di fuori della coppia ci consente di vederlo per intero e non a quella distanza ravvicinata che ci offre una visione distorta del suo essere.
I momenti “individuali” potrebbero favorirne la crescita personale, rendendolo più interessante, meno frustrato e più predisposto a investire energie e tempo nella relazione.
La gelosia potrebbe suggerire che questi spazi siano occasioni di tradimento, il buon senso ci mostra invece che si tratta di un dono prezioso che ci permette di sceglierci ancora.
Si potrebbe obiettare che la conciliazione degli impegni lavorativi e familiari non permette di ritagliare dei momenti personali.
Eppure, proprio coloro che pensano di non avere tempo per loro stessi, sono coloro che ne hanno più bisogno.
È giunto, dunque, il momento di fermarci a riflettere, smettendo di rimbalzare da un impegno all’altro come palline impazzite di un flipper: magari ci accorgeremo di essere esattamente dove vorremmo essere.
Se così non fosse, siamo ancora in tempo per correggere la rotta della nostra vita, prima che l’insoddisfazione inespressa conduca le nostre relazioni al capolinea.
Eliana Romeo
Scrittrice | Giurista | Mediatrice familiare
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