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La gratitudine, una scelta per essere più felici

Pratiche di Psicologia Positiva, parte 2 – [Audio]

Questo articolo è disponibile nella versione audio prodotta dall’autore Tina Poletto.


A seguito delle due guerre mondiali molti individui hanno sviluppato delle malattie psicologiche che limitavano molto la loro vita di tutti i giorni. Questo ha portato la psicologia a focalizzarsi sull’identificarle e curarle.
Tuttavia, con questo approccio l’individuo aveva un ruolo passivo di fronte alla realtà, che era causa della sua malattia.

Questo approccio è stato criticato e l’enfasi si è spostata su un ruolo più attivo dell’individuo e più focalizzato sul migliorare il benessere della persona. Praticare la gratitudine è considerato uno dei modi più semplici per migliorare e aumentare il proprio benessere.

La gratitudine è stata inizialmente riconosciuta in ambito religioso e filosofico. Con la nascita poi della psicologia positiva, la gratitudine è stata riscoperta anche nel mondo del benessere psicologico.

Da questo punto di vista può essere considerata un’emozione che promuove la volontà degli individui di restituire la gentilezza alle persone. D’altra parte, può anche essere considerata un orientamento di vita, quindi va considerato che una persona può essere più o meno grata in base al proprio carattere.


La gratitudine è una scelta

Secondo il mio parere e le mie esperienze, la gratitudine può essere considerata una scelta. Si può scegliere di essere grati, di avere poche cose ed esserne grati.

Ma anche nei casi di peggiori difficoltà momentanee si può decidere di essere grati del proprio passato. Questa pratica richiede semplicemente un riconoscimento di tutto ciò che si è stati fortunati a ricevere, vivere e avere.

Portato all’estremo si può considerare la gratitudine anche per le cose negative, cercando di focalizzarci su cosa è emerso di positivo.
Per esempio si può sentire raccontare da persone che una grave malattia li ha aiutati a capire ciò che veramente conta nella vita e li ha aiutati a cambiare direzione per il meglio.

Allo stesso tempo si può decidere di essere grati delle cose presenti, ricordando che c’è sempre chi ha meno di noi e che già solo svegliarsi e poter respirare e camminare è qualcosa di non scontato per tutti.

Infine, possiamo iniziare a coltivare la gratitudine per il nostro futuro, pensando a ciò che di bello ci aspetta e alle opportunità che avremo. Questo ci fa entrare in un mindset dove la nostra mente sarà molto attiva alla ricerca del positivo e delle opportunità e attireremo ciò a cui penseremo, similmente alla legge dell’attrazione.


Come praticare la gratitudine: 2 esercizi

Possiamo dedicare una settimana a scrivere una lettera di ringraziamento ad una persona che non abbiamo ringraziato abbastanza. Possiamo decidere di includere dei ricordi, degli avvenimenti divertenti o dei ringraziamenti per il supporto e la presenza dell’altra persona in momenti difficili.

Una volta conclusa la lettera la potrete consegnare al destinatario e rimanere presente mentre la legge.
Questo tipo di esercizio ha due tipi di componenti:

  • La scrittura, unita alla riflessione e al ricordo, ci aiuta a riconoscere e ricordare quanto siamo fortunati ad avere avuto quella persona accanto.
  • La seconda è la componente sociale di consegnare e presenziare alla lettura della lettera. Questa seconda componente ha un forte impatto emotivo e può portare ad un legame ancora più forte tra le due persone. Bisogna anche ricordare che ricevere questa lettera aumenta la gratitudine e il senso del benessere anche del destinatario.

Un altro semplice esercizio si chiama “3 Good Things”: si tratta semplicemente di scrivere ogni sera prima di andare a dormire tre cose positive che sono successe nella giornata, descrivendo come sono successe. Per avere un ottimo risultato da questo esercizio ti consiglio di portarlo avanti per al massimo una settimana o due per non cadere nella trappola del doverlo fare senza riflettere.

Alla fine della settimana e dell’esercizio chiediti come ti senti e in particolare:

  • C’è qualcosa che potevi fare diversamente o meglio?
  • Cos’altro puoi fare per essere più grato nella vita di tutti i giorni?
  • Come puoi applicare quello che hai imparato in altre aree della tua vita?

Sii gentile: ti fa bene

Quando le persone si sentono bene, fanno del bene. Questo perché hanno prima soddisfatto quelle che sono le proprie necessità e il proprio benessere e quindi a quel punto possono dedicarsi agli altri.

Ci sono molti modi nella psicologia positiva per aumentare il proprio benessere, come abbiamo visto negli esercizi precedenti.

Un atto di gentilezza è una delle altre attività che sono state studiate e sperimentate per analizzare l’impatto che possono avere sull’individuo. In particolare è stato scoperto che l’atto di gentilezza ha dei benefici non solo per chi lo riceve, ma anche per chi lo fa.

Per chi lo riceve può aumentare il senso di positività e fiducia nel prossimo e nella vita in generale. Chi invece è protagonista dell’atto di gentilezza può provare un senso di benessere e gioia, ma anche di comunità e inclusione nell’aver fatto del bene a qualcuno.

È importante ricordare, come menzionato all’inizio, che in primo luogo dobbiamo lavorare sul nostro benessere per poi sentirci in grado di dare agli altri. Se il tuo centro è costantemente al di fuori di te, rischi di perdere molta energia e voglia di vivere e inizi a sopravvivere per gli altri andando a lungo termine a intaccare il tuo benessere fisico e psicologico.

È quindi fondamentale occuparsi prima del proprio benessere e stato emotivo (utilizzando anche gli altri esercizi consigliati) prima di occuparsi degli altri. Una buona metafora è quella delle istruzioni di sicurezza in aereo che avvertono di mettere la mascherina a se stessi prima di aiutare gli altri.


Un atto di gentilezza al giorno

Durante la settimana, prova a capire in quali momenti potresti fare un atto di gentilezza spontaneo ad un estraneo come aprire la porta, aiutare un anziano con la spesa, augurare buona giornata. Prova a soffermarti su come ti senti mentre fai l’azione e qual è la reazione della persona che riceve la tua gentilezza.

Alla fine della settimana e dell’esercizio chiediti come ti senti, e in particolare:

  • C’è qualcosa che potevi fare diversamente o meglio?
  • Cos’altro puoi fare per fare più atti di gentilezza giornalmente?
  • Come puoi applicare quello che hai imparato in altre aree della tua vita?

In conclusione…

Questo è il secondo articolo di approfondimento sulle tematiche della psicologia positiva, incentrato sulla gratitudine e sui benefici della gentilezza. Se ti sei perso il primo, puoi trovarlo qui: Come imparare a godersi la vita.

Infine, se desideri migliorare il tuo benessere psicologico e vuoi un aiuto per raggiungere i tuoi obiettivi, puoi prenotare una sessione di life coaching gratuita scrivendomi qui: info@tinapoletto.com.


Tina Poletto Autrice de La Mente Pensante   Tina Poletto – Life Coach | Email | LinkedIn Firma Autori

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