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La Famiglia…Liquida

Breve storia della sua origine e sua trasformazione

Image by Andre Hunter on Unsplash.com


Ormai è evidente che, per i cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi anni, l’immagine della famiglia, così come è stata pensata ed immaginata fino ad oggi, è totalmente trasformata. ma quale era il concetto e la struttura familiare originaria? In questo articolo esporrò appunto una breve e personale storia delle origini della famiglia. Anche se ciò che ho scritto si basa su diversi studi e letture, si tratta pur sempre di semplici ipotesi per l’ovvia motivazione che la preistoria di vari millenni non è supportata da documenti scritti. L’idea portante dello scritto però, al di là dell’affidabilità delle ipotesi qui proposte, sta nel fatto che la famiglia non figura come una necessità (che spesso viene associata ad un principio di natura), ma appare come una istituzione creata socialmente ad hoc anche se soggetta a continui cambiamenti.


La monogamia 

La famiglia si fonda su di un rapporto di coppia stabile di conseguenza il primo fra i tanti “obblighi” che impone è quello di non fare sesso con persone diverse dal proprio partner.  Questo aspetto è stato molto presto regolato da istituzioni politiche e religiose di ogni tempo. Possiamo quindi notare come già a questo livello “agenzie” esterne siano andate a disciplinare rapporti privati interni all’individuo ed alla famiglia.

Attualmente la famiglia monogamica è la configurazione più comune e le motivazioni che hanno portato allo sviluppo di questa costellazione familiare sono diverse e sono attinenti alla biologica, alla genetica, all’organizzazione sociale, all’economica, sociale ed alla religione. Gli aspetti psicologici non sono menzionati, perché, come abbiamo appena accennato, le esigenze psicologiche individuali storicamente hanno avuto solamente una piccola parte marginale all’inaterno dell’istituzione della famiglia.


La motivazione biologica

All’inizio dell’Umanità esistevano solo gruppi più o meno grandi dove la sessualità era promiscua, ovvero non esistevano partner fissi e probabilmente si faceva sesso anche fra parenti stretti. I figli che nascevano “erano di tutti” e l’unica certezza era la madre che li partoriva.

poi, con la raggiunta consapevolezza che all’atto sessuale fra un uomo e una donna, generalmente corrispondeva la nascita di un figlio, ecco che l’uomo ha iniziato ad occuparsi di una donna specifica e di un figlio specifico e ciò corrisponde alla prima motivazione della nascita della famiglia,quella biologica. Infatti secondo la biologia Evoluzionista la famiglia nucleare e monogamica si è costituita perché se la donna compie atti sessuali solo con un maschio anche la paternità della prole è certa. Ecco quindi che secondo l’ipotesi biologica la chiusura della coppia diventa funzionale solo ai bisogni del maschio, perché i figli di una donna, indipendentemente dalla persona con cui ha copulato, conterranno comunque il 50% dei suoi geni e a questo proposito è bene evidenziare che queste teorie sono state ideate prevalentemente da biologi maschi.


La motivazione biologica

Il genetista evoluzionista Richard Dawkins ha proposto un’ipotesi finalista dei geni secondo cui, unico e fondamentale scopo di un gene, consiste in quello di di replicarsi e clonarsi il più possibile (Dawkins 1976). la famiglia diventa così funzionale allo sviluppo ed alla crescita dei propri discendenti contenenti i propri geni.

Fra l’altro questa teoria scientifica, in maniera indiretta, fa assumere coerenza alla frase biblica “andate e moltiplicatevi“.


La motivazione organizzativa

L’organizzazione sociale dell’umanità si è mossa da una indifferenziazione estrema ad una differenziazione estrema, infatti anticamente gli esseri umani vivevano in gruppi e comunità più o meno organizzati e sussisteva una famiglia allargata e molto spesso anche con condotte promiscue (Parsi & Zagarella 2008). Poi con il tempo, più si andava formando una organizzazione sociale definita, più si strutturavano confini e limiti della famiglia stessa. Non solo: più il livello di “coscienza” si trasformava, passando da una concezione del “Noi” ad una dell'”Io”, più i confini relazionali individuali si stringevano, per arrivare alla fine al concetto di “mio”.


Il Matrimonio

Prima di affrontare l’ultima motivazione, quella psicologica, vorrei dedicare una breve riflessione al matrimonio, perché, in base a quanto scritto fino ad ora, è evidente che Il matrimonio assolve primariamente a sole due funzioni:

1.la certezza della paternità e trasmissione dei geni di entrambi i coniugi alla prole

2.la protezione e l’eredità dei propri beni alle proprie discendenze.

Una volta che gruppi originariamente spontanei si trasformano in gruppi organizzati, ecco che intervengono le prime regole sociali funzionali a quel gruppo specifico. Da questo punto di vista la salvaguardia della famiglia come unità nucleare era necessaria per evitare lotte fratricide, violenze sulle donne, abusi sui figli, cose che del resto sono continuate e continuano tuttora ad essere molto presenti sulla faccia della Terra.

Per rafforzare l’ordine stabilito della struttura sociale nelle diverse culture sono poi intervenute le diverse religioni autoctone che hanno ribadito il concetto di famiglia così come stabilito dalle diverse società e da lì non ci si è poi molto discostati, ma l’aspetto religioso del matrimonio non ha nulla a che vedere con le vere motivazioni per cui si effettua un matrimonio riconosciuto.


La motivazione psicologica

Come si può notare da questa breve, ed alquanto superficiale, storia della nascita e trasformazione della famiglia, fino ad ora non è stato citato alcun bisogno psicologico individuale. Anche se la famiglia assolve ad una funzione di protezione dei suoi membri, bisognerà infatti aspettare l’epoca Romantica per iniziare ad intravedere squarci di bisogni individuali nella costituzione di una nuova famiglia, ma bisognerà aspettare ancora vari decenni ed arrivare alla fine della seconda guerra mondiale affinché iniziassero ad essere evidenti e manifesti a pieno titolo, i bisogni psicologici, affettivi ed emozionali sottesi alla costituzione di una famiglia.

Questo sbilanciamento storico fra l’influenza dei fattori psicologici individuali che hanno solo qualche decennio di vita (ancora non in tutte le culture) e tutte le altre motivazioni che invece hanno secoli (alcune anche millenni) di storia, comporta un forte disequilibrio e una forte difficoltà nel rivedere la vera natura della famiglia e la sua vera “necessità”.

Un ripensamento ed una messa in discussione di tale istituzione quali conseguenze potrebbe dar luogo? Che tipo di effetti negativi o positivi si avrebbero sia a livello individuale che a livello dei figli? A quale lobby di potere potrebbe nuocere o far comodo?


La famiglia liquida 

Siamo così arrivati alla nostra era ed è sotto gli occhi di tutti come non esista più un unica configurazione di famiglia, ma ne esistono diverse: famiglia mononucleare, famiglia con un solo genitore. famiglia ricostituite, famiglie arcobaleno, solo per citare le più comuni. Quindi si possono connotare queste configurazioni come famiglie liquide, perché come l’acqua si adatta alla forma del recipiente che lo contiene, così la famiglia si adatta ai cambiamenti sociali che si avvicendano nel tempo (Bauman 2003). E siamo tornati quindi all’ipotesi iniziale, e cioè che la famiglia non è una necessità ma una costruzione sociale e da essa regolata.

Se così è, può esistere una famiglia che non sia socialmente normata? La risposta è negativa se si vuole continuare a servirsi ed utilizzare le istituzioni sociali ufficiali come per esempio la scuola e l’organizzazione del lavoro (la sanità in Italia ancora è esclusa da questo obbligo, perché anche un apolide senza alcun documento può e deve essere assistito nelle strutture pubbliche.). Allora la vera domanda diventa:

E’ così necessario far parte di un sistema sociale normato? O ci possono essere spazi per una autodeterminazione radicale?


Bibliografia


Bauman Z., (2003) Amore liquido, Laterza, Bari 2006
Dawkins R., (1976), Il gene egoista, Zanichelli, 1979
Parsi M.R., Zagarella F., Promiscuità. Confusione, profusione, diffusione, Editrice Compo-sitori, Bologna 2008


Dott. Ivo Papadopoulos Autore presso La Mente Pensante Magazine
Dott. Ivo Papadopoulos
Psicologo Clinico | Sociologo
Bio | Articoli | Intervista Scrittori Pensanti | AIIP Novembre 2023
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