Tricotillomania: un comportamento di tipo ossessivo-compulsivo.
Definizione, cause e rimedi terapeutici
Non è semplice identificare e riconoscere determinati comportamenti dell’individuo. L’uomo è un essere complesso che ha un proprio modo di essere e un proprio modo di rapportarsi con l’altro. Ognuno reagisce in maniera differente agli stimoli e agli ostacoli che la vita pone lungo il percorso di crescita personale e ogni uomo è costituito da un proprio mosaico di emozioni, sensazioni e pensieri.
Per vivere bene all’interno della società, in cui l’uomo è l’elemento dominante e indispensabile, è necessario conoscere e comprendere le diverse sfumature di ogni tassello che costituisce il mosaico umano. È fondamentale, dunque, saper conoscere e riconoscere i diversi tipi di comportamento di una persona e interrogarsi sul motivo di determinate azioni.
È necessario, inoltre, intervenire nel caso in cui la persona in questione non esprime esplicitamente il proprio stato d’animo e inconsapevolmente dimostra di vivere in una situazione critica e disagiante.
Tri-co-til-lo-ma-ni-a
Il termine “tricotillomania” fu coniato nel 1887 dal dermatologo francese François Henri Hallopeau fondatore della Société Française de dermatologie et de syphiligraphie.
Il sostantivo femminile “tricotillomania“, composto dal greco ϑρίξ ‘capello’- τίλλω ‘strappare’ e μανία – manìa ‘mania, ossessione’, è definito dall’enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti Treccani come “un’abnorme abitudine che consiste nel ripetuto e insistente strappamento dei peli, e particolarmente dei capelli”.
Per molti individui, tirare i capelli e peli di qualsiasi parte del corpo è un meccanismo di difesa che conferisce sollievo e soddisfazione. La tricotillomania è un modo di affrontare situazioni difficili e stati d’animo particolari come il disagio, l’ansia, il nervosismo, lo stress e la solitudine.
Inoltre, la tricotillomania può comparire in unione con altri disturbi psichiatrici, come i disturbi della personalità, e può essere associata ad altri disturbi come l’abitudine di mangiarsi le unghie (onicofagia).
Prospettiva medica
La tricotillomania è stata oggetto di numerosi studi e ricerche in ambito medico e psichiatrico. Il primo obiettivo di medici, psichiatri e biologi ricercatori è stato soprattutto quello di delineare e diffondere i sintomi e le conseguenze di questa “abnorme abitudine” la cui frequenza è ancora oggi molto spesso sottovalutata.
Julie Harrison e Martin Franklin, medici ricercatori, hanno spiegato che la tricotillomania è un disagio appartenente al gruppo dei disturbi ossessivo-compulsivi a causa della ripetitività e ritualità del comportamento tricotillomanico.
È, dunque, una condizione clinica complessa che non deve esser confusa con l’abitudine di giocare con i capelli o con il vizio di toccarseli ripetutamente.
Cause e sintomi
Il comportamento inconsapevole che sfocia in un disturbo ossessivo-compulsivo è la manifestazione esteriore di una condizione psichica complessa.
Il disturbo è dovuto ad uno stato di pesantezza emotiva, ad esperienze traumatiche vissute e a pensieri, sensazioni e situazioni complicate che nel tempo sono diventati dei contenuti mentali sgradevoli.
Il paziente tricotillomane tenta di controllare, respingere o mantenere nell’inconscio contenuti psichici sgraditi, angosciosi e intollerabili. Tuttavia, mentre il paziente lotta con sé stesso per non far affiorare alla memoria i contenuti poco accettati, inconsapevolmente il corpo parla e testimonia uno stato di squilibrio interiore.
Psichiatri, medici e professionisti hanno cercato di delineare i sintomi più comuni del disturbo che possono essere sia transitori che durativi.
Tra i sintomi più noti vi sono: l’alopecia, ovvero la perdita dei capelli in zone specifiche della cute; assenza di ciglia o sopracciglia in alcune zone e capelli spezzati; continua ritorsione di peli e capelli; ricrescita dei peli non uniforme.
Conseguenze della Tricotillomania
La tricotillomania comporta innumerevoli deterioramenti fisici. Il deterioramento fisico più pericoloso è stato documentato per la prima volta nel 1939 in un paziente affetto da tricobezoari. Per tricobezoari si intende delle palle di pelo, il risultato, quasi esclusivamente, di capelli tirati e mangiati.
Nella loro forma più lieve, i tricobezoari possono causare un rischio elevato di complicazioni gastrointestinali. Inoltre, in casi estremi, possono essere fatali e spesso richiedono procedure chirurgiche per la rimozione. Ulteriori, e probabilmente più comuni, complicazioni mediche includono: irritazione della pelle, infezioni e lesioni da uso ripetitivo alle mani.
Senza alcun dubbio, il tricotillomane ricava piacere e soddisfazione durante l’atto, ma recenti studi hanno dimostrato che contemporaneamente il disturbo ossessivo-compulsivo innesca un meccanismo che vede un aumento del senso di colpa, della vergogna e della bassa autostima.
Le conseguenze legate alla tricotillomania, inoltre, comportano non solo danni fisici ma anche implicazioni sociali negative. Difatti, la calvizia, una delle conseguenze più evidenti, potrebbe essere piuttosto invalidante in fase pre-adolescenziale o adolescenziale.
Tricotillomania e adolescenza
Il disturbo ossessivo-compulsivo può emergere a qualsiasi età.
Non sono ancora stati pubblicati studi epidemiologici completi e su larga scala, ma studi più piccoli stimano che la tricotillomania colpisce dall’1% al 3% degli individui in età adolescenziale e, in maniera particolare, colpisce adolescenti di sesso femminile.
Diversi studi testimoniano che il disturbo emerge tipicamente durante gli anni sensibili dello sviluppo in cui l’essere umano è facilmente vulnerabile.
Il sentimento di inadeguatezza e la paura di una valutazione sociale negativa, che comportano uno stato di ansia e stress elevato, sono difatti le emozioni predominanti tra i ragazzi adolescenti.
Recenti studi, inoltre, hanno testimoniato che questo disturbo può colpire anche bambini tra i 2 e i 6 anni di età. Tuttavia, dal momento che questo disturbo è sotto-ricercato, il tasso statistico preciso in età pediatrica è ancora sconosciuto.
In ogni caso, figure competenti come medici e psichiatri, sono concordi nell’indicare che questo disturbo in fase pediatrica e adolescenziale è una problematica molto più comune di quanto si credesse una volta.
Rimedi
Attualmente, le migliori opzioni di trattamento documentate sono la terapia comportamentale e la farmacoterapia.
Nel caso del trattamento psicoterapico, sono eseguite pratiche diverse per ogni individuo affetto da tricotillomania.
Dal momento che le cause del disturbo sono molteplici, il tricotillomane necessita di trattamenti psicoterapici differenti a seconda di ciò che compromette la sua tranquillità e lo eleva ad uno stato di stress avanzato.
In ambito psicoterapico, uno degli approcci utilizzati nel trattamento della tricotillomania è l’Habit Reverse Training (HRT, allenamento dell’abitudine inversa, Rehm, 2015), ovvero un trattamento comportamentale utilizzato anche per la terapia del Disturbo da Tic e della Sindrome di Tourette.
Un altro approccio cognitivo comportamentale molto utilizzato è l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) che punta a sviluppare un atteggiamento sempre più accogliente nei confronti del paziente e delle sue emozioni psicologicamente negative.
Valeria Pace – Autrice | Email