La famiglia: un legame essenziale per il nostro benessere psico fisico
Un’analisi del ciclo di vita, della struttura multigenerazionale e delle dinamiche terapeutiche
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Negli ultimi decenni, la psicologia ha mostrato un crescente interesse nell’indagare le dinamiche familiari, evidenziando il ruolo fondamentale del contesto sociale. È diventato chiaro che l’individuo non può essere considerato in isolamento, ma è profondamente influenzato dall’ambiente circostante, il quale influisce su vari aspetti della sua personalità. Le interazioni familiari rappresentano il cuore pulsante in cui si forma l’identità individuale, attraverso un costante scambio con il contesto sociale e culturale circostante.
La famiglia diviene un luogo di guarigione, in cui la storia di sviluppo viene esplorata insieme, permettendo la cicatrizzazione di ferite ancora aperte e la ricostruzione di rapporti affettivi spezzati. Il problema presentato diventa un varco per comprendere più a fondo il mondo familiare, e il paziente assume un ruolo privilegiato nell’esplorare i legami familiari. La famiglia può fungere da fonte di cura anche durante le crisi della coppia e le disgregazioni familiari, oltre che in molte altre avversità della vita.
Il ciclo di vita della famiglia
La famiglia può essere vista come un sistema sociale in continua evoluzione, in grado di affrontare gli eventi stressanti prevedibili ed imprevedibili.
La famiglia si muove lungo un percorso temporale complesso costantemente segnato e plasmato da eventi come nascite, decessi, separazioni e unioni, seguendo un ciclo di vita unico e distintivo.
In questo ciclo di vita è possibile rintracciare da una serie di fasi che lo contraddistinguono: la separazione dalla famiglia d’origine; la formazione di una nuova coppia; l’arrivo dei figli e l’uscita di questi ultimi dal nido familiare; l’invecchiamento dei genitori ed i cambiamenti che comporta la presenza dei nipoti o la morte di uno dei partner. Questi eventi, definiti “eventi normativi“, sono considerati parte naturale dell’evoluzione della famiglia. Tuttavia, ci sono anche gli “eventi paranormativi“, che sono imprevisti e spesso traumatici (la separazione o il divorzio, la perdita del lavoro, la disabilità di un figlio, la malattia di un membro della famiglia, una morte improvvisa ecc …).
In terapia è importante comprendere la fase di vita in cui si trova la famiglia e valutare il processo di adattamento e riorganizzazione familiare durante il passaggio da una fase all’altra.
La famiglia nell’ottica multigenerazionale: “la casa a tre piani”
La struttura familiare si sviluppa attraverso tre dimensioni temporali: passato, presente e futuro. L’instaurarsi di una nuova coppia non solo segna l’inizio di un nuovo capitolo nella vita presente, ma rappresenta anche la continuazione di due storie, due culture che s’intrecciano tra loro nel passato, che i due individui cercano di conciliare e integrare per creare una narrazione familiare che conservi le radici del passato ma che sia anche nuova e inedita, delineando così le direzioni del futuro. I membri di una coppia si trovano in una relazione reciproca, ma al contempo hanno anche il ruolo di figli che diventano genitori. Pertanto, il funzionamento familiare dipende dalla qualità dei legami intergenerazionali (noti come “dinamiche verticali“), e ciò influenza il modo in cui la coppia affronta la genitorialità (riferita come “dinamiche orizzontali“). Durante la terapia, è cruciale considerare i legami familiari da una prospettiva multigenerazionale e utilizzare una “mappa familiare” per accedere alle risorse e per aprire nuovi percorsi di cura.
A tal proposito, possiamo utilizzare il concetto della “casa a tre piani” per esplorare le dinamiche familiari: la coppia genitoriale risiede al piano intermedio, i figli occupano il piano inferiore e la famiglia di origine abita il terzo ed ultimo piano. Ogni piano rappresenta un mondo unico e salire o scendere da uno all’altro riflette il “gap generazionale” indicando il senso di trasformazione che avviene a livello individuale, familiare e sociale nel corso del tempo. Esplorando queste transizioni temporali, possiamo esaminare la qualità dei confini intergenerazionali e del legame di coppia. Una gerarchia generazionale ben definita si verifica quando i confini tra i diversi sistemi sono chiari, flessibili e funzionali al benessere familiare e dei suoi membri.
Strutture e gerarchie dei sistemi familiari
Questi confini delineano le norme tacite ed esplicite che plasmano i ruoli e le posizioni all’interno della famiglia. A seconda delle caratteristiche che assumono tali confini e posizioni, è possibile porre il funzionamento familiare all’interno di un continuum di cui si individuano tre principali strutturazioni.
Identifichiamo innanzitutto le “famiglie funzionali” che mantengono limiti definiti e bilanciati, sono flessibili e si adattano al cambiamento senza compromettere l’identità familiare. Questo tipo di famiglie sono spesso descritte come “famiglie mentalizzanti” poiché vi è spazio per una comunicazione aperta, la gestione delle emozioni, la condivisione delle informazioni necessarie per supportare la crescita reciproca e l’accomodamento reciproco. Tuttavia, è importante riconoscere che non tutto può sempre procedere senza intoppi. Sarebbe irrealistico aspettarsi una perfezione costante ed è un bene non auspicare a ciò. Questo tentativo utopistico è piuttosto rintracciabile invece nelle famiglie disfunzionali perché in grado di adattarsi ai cambiamenti interni ed esterni.
In un versante estremo troviamo perciò le “famiglie disimpegnate” che mantengono confini rigidi ed una modalità di attaccamento insicura-evitante. In queste situazioni, il clima familiare è spesso caratterizzato da distacco emotivo, con scarsa attenzione ai bisogni di vicinanza e sicurezza e un’accentuata ricerca di indipendenza ed autonoma.
All’estremo opposto ci sono le “famiglie invischiate” troppo coinvolte, con confini sfumati e permeabili che si traducono in dinamiche di dipendenza e controllo e confusione dei ruoli familiari.
Quando la famiglia va in terapia: costruire l’alleanza terapeutica
Le famiglie si rivolgono alla terapia quando, nel corso del loro ciclo di vita, si trovano ad affrontare situazioni di stress e difficoltà che, a causa della mancanza di risorse interne, non riescono a fronteggiare e superare.
Quando è una coppia a cercare aiuto, è importante capire se entrambi i partner sono motivati o se uno ha spinto l’altro verso la terapia. La situazione può diventare più complessa se entrambi i genitori si presentano con un figlio che manifesta disturbi: è probabile che uno dei due genitori insista per iniziare un percorso psicoterapeutico e che l’altro non sia d’accordo o venga solo per accompagnare il partner ansioso, oppure che sia il figlio ad opporsi alla terapia.
Come trasformare, quindi, la competizione e il disaccordo in collaborazione? La relazione terapeutica crea un movimento dinamico tra le individualità di ogni membro e la famiglia nel suo insieme, tra passato e presente. È essenziale comprendere e considerare attentamente la prospettiva di ciascun membro della famiglia, e il terapeuta deve agire come un abile “equilibrista” in questo processo. Coinvolgere il bambino come “co-terapeuta” può essere utile: i bambini conoscono bene i propri genitori e le dinamiche familiari e i loro sintomi possono essere una via per esplorare il funzionamento familiare e le sue distorsioni. L’obiettivo è quello di esplorare uno spazio in cui la famiglia e il terapeuta possano collaborare per scoprire insieme nuovi significati relazionali, condividere esperienze di crescita, avviare un cambiamento e costruire così una nuova narrazione familiare.
Bibliografia
Andolfi M., “La terapia familiare multigenerazionale – strumenti e risorse del terapeuta”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2015
Baiocco R., Cacioppo M., “Famiglie allo specchio”, Daniela Piazza Editore, Torino, 2014
Cacioppo M., Gori A., Guccione C., “Sistemi familiari e mentalizzazione – verso una prospettiva integrata, FrancoAngeli, Milano, 2017
Dott.ssa Eleonora Scancamarra
Psicologa Clinica
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