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Schermi e Cervelli in via di sviluppo: Amici o Nemici?

Rispondono gli studi Neuroscientifici

Image by Melyna Valle on Unsplash.com


I nostri ragazzi passano sempre più tempo davanti a tablet, smartphone e computer. Ma l’esposizione precoce e prolungata agli schermi ha effetti sul cervello in crescita? Se si, quali? La letteratura scientifica più recente sugli effetti dell’uso di dispositivi digitali  ci dice che gli schermi hanno un effetto emotivo e cognitivo sui preadolescenti. Indaghiamo su questa realtà complessa, che richiede molta attenzione e consapevolezza, utilizzando le nozioni neuroscientifiche a nostra disposizione.

Durante l’interazione con i dispositivi digitali, il cervello rilascia sia dopamina, la nota “molecola della ricompensa” e il cortisolo, che può essere definito come l’ormone della vigilanza. Che l’esposizione continua a stimoli digitali possa alterare l’equilibrio neurochimico naturale durante lo sviluppo, influenzando la maturazione di aree cerebrali critiche, è già noto dal lontano 2010 (Bavelier et al.). In particolare, le regioni particolarmente coinvolte sembrerebbero essere:

  • La corteccia prefrontale, i cui neuroni portano avanti processi cognitivi superiori quali la pianificazione, l’inibizione degli impulsi e la selezione dei comportamente socialmente appropriati (il famoso autocontrollo) e l’integrazione delle emozioni;
  • Il sistema limbico, che media processi quali la codifica delle emozioni.

Effetti su Attenzione e Concentrazione

La sollecitazione costante di questi sistemi cerebrali per via degli input visivi presentati dagli schermi, ha un effetto modellante sul profilo emotivo e cognitivo del preadolescente. Infatti sappiamo che l’esperienza giornaliera, come uno scalpello, modella le capacità neuronali dell’essere umano. Studi pianoforte un’ora tutti i giorni? Sarai sicuramente più abile di una persona che studia pianoforte ogni due settimane. Usi l’iphone o l’ipad ogni ora? Il tuo cervello si adatterà a ciò, formando delle connessioni neurali atte a sostenere questo tipo di utilizzo.
Secondo quanto osservato durante l’Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD) Study, uno studio longitudinale condotto su circa 11.000 preadolescenti, vi è una correlazione significativa tra tempo passato davanti allo schermo e comportamenti esternalizzanti quali impulsività, aggressività e disobbedienza. Wingerson et al. (2023) aggiungono che non sia semplicemente la quantità di tempo passato davanti allo schermo, ma anche il modo di utilizzo che  influenza lo sviluppo comportamentale. Per questo motivo le ricerche hanno sottolineato che il multitasking digitale — ovvero saltare continuamente tra le varie app di messaggi e video — riduce la capacità di sostenere l’attenzione e di elaborare soluzioni complesse. Secondo il CBS News Research Team (2023), “ogni interruzione digitale implica un costo energetico cerebrale che abbassa l’efficienza cognitiva del 40% negli adulti”; un valore che, presumibilmente, potrebbe essere ancora maggiore nei bambini, i quali devono ancora affinare le loro capacità intellettive.

La continua interruzione dei processi dell’attenzione, soprattutto durante attività cognitive complesse, non si dimostra essere benefico per lo sviluppo di una concentrazione stabile e una regolazione emotiva matura.


Impulsività e difficoltà emotive

Passiamo ora alle difficoltà prettamente emotive: l’iperstimolazione del sistema limbico sembra correlare con maggiore impulsività, come la difficoltà a ritardare la gratificazione, l’incapacità di adattare il comportamento alle regole ambientali ed esplosioni emotive improvvise. Come spiega il team di Santos in una revisione sistematica del 2023, “l’aumento dell’impulsività è tra gli effetti più consistenti dell’esposizione intensiva agli schermi durante la preadolescenza“.

La corteccia orbitofrontale, chiave per l’inibizione dei comportamenti inadeguati, raggiunge la piena maturità solo intorno ai 25 anni.  Conoscendo ciò, possiamo capire perché l’infanzia e l’adolescenza siano un tempo di sviluppo particolarmente prezioso – la cui integrità va difesa ad ogni costo.


Impatto invisibile sulla qualità del sonno

Un effetto meno visibile ma estremamente rilevante riguarda la qualità del sonno.
La “luce blu” ad onda corta emessa dagli schermi, come evidenziato in Chronobiology in Medicine (2024), interferisce direttamente con il ritmo circadiano attraverso l’inibizione della secrezione di melatonina. La melatonina è un ormone prodotto dall’ipofisi o ghiandola pineale, posta nel profondo del nostro cervello, che regola il sonno. In particolare, la melatonina regola il ritmo circadiano, ovvero la sincronizzazione tra luce e veglia, buio e sonno.
L’esposizione alla luce blu degli schermi ha effetto sulle cellule fotosensitive della retina. Queste a loro volta segnalano la presenza di luce al Nucleo Soprachiasmatico (SCN), che inizia ad esercitare un feedback negativo sulla ghiandola pineale. La secrezione della melatonina viene ridotta o addirittura inibita, con conseguenze sul processo fisiologico del sonno. La soppressione parziale della secrezione di questo ormone dovuta all’utilizzo di dispositivi sfavorisce lo sviluppo di un sonno completamente appagantecontribuendo ad aumentare le difficoltà emotive, tra cui ansia ed irritabilità, e alla diminuzione del rendimento accademico.

La conseguenza, quindi, è duplice: da un lato aumentano ansia e irritabilità, dall’altro si compromette la capacità di consolidare la memoria e mantenere livelli ottimali di attenzione il giorno successivo. La Sleep Foundation avverte che “la privazione cronica di sonno nei bambini è collegata a disturbi emotivi e a peggiori performance scolastiche“, delineando un rischio educativo da non sottovalutare.


Tecnologia ed apprendimento: due alleate insolite

Finora si è parlato degli effetti negativi degli schermi sui nostri ragazzi, ma è bene sottolineare che gli strumenti tecnologici nell’ambiente scolastico abbiano un potenziale positivo. In uno studio di Tay et al. (2016) è stato evidenziato che l’uso dell’iPad in classe incrementi significativamente il coinvolgimento studentesco, portando a risultati scolastici ottimali. Lo studio infatti ha raccolto i voti di alcuni studenti di 15 anni che hanno avuto accesso a strumenti digitali in modo misurato e guidato, confrontandoli con coetanei che invece non avevano utilizzato tablet. Tra i due gruppi, i ragazzi con accesso alla tecnologia hanno ottenuto voti più alti. Il risultato sembra essere correlato con il fatto che i ragazzi si sentissero più coinvolti nelle lezioni e maggiormente facilitati nell’instaurare un ambiente di lavoro collaborativo tra compagni. Questo, con l’aggiunta di una facilità ad accedere a risorse online e la ricezione di feedback tempestivi da parte di insegnanti sulla piattaforma educative, ha portato ad un’esperienza di apprendimento più significativa e profonda. L’integrazione consapevole della tecnologia nei contesti educativi, quindi, può davvero migliorare la performance accademica dei nostri ragazzi.

Raccomandazioni pratiche:

  • Ridurre l’uso serale degli schermi ad almeno due ore prima di coricarsi.
  • Creare zone “senza tecnologia” soprattutto nella stanza da letto.
  • Promuovere attività alternative quali la lettura, le attività artistiche, lo sport e socializzazione nei contesti non digitali.
  • Educare i propri figli all’uso consapevole e responsabile dei dispositivi tecnologici, senza demonizzare ma rendendoli coscienti dei benefici e delle conseguenze negative reali.

Conclusioni

In sé, la tecnologia digitale non è né bene né male, ma è un potente strumento che può sostenere o ostacolare lo sviluppo cognitivo ed emotivo delle nuove generazioni, a seconda di come viene utilizzato. Il nostro obiettivo, in quanto genitori ed educatori, deve essere quello d’insegnare l’utilizzo della tecnologia a favore, e non a scapito, della loro vita. Purtroppo questo diventa difficile nel momento in cui noi adulti siamo gli stessi ad essere dominati dai dispositivi digitali in modo smisurato. Dobbiamo sforzarci ad essere un esempio, comportandosi con consapevolezza.  Diceva il grande San Paolo di Tarso: “ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa m’è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla”. La nostra società ha la necessità di ricordare l’importanza di questa verità, e ritornare ad essere padroni della propria attenzione e quindi, del proprio benessere.


Bibliografia

1. Bavelier et al. (2010), Neural Bases of Cognitive Impacts of Screen Exposure.
2. Wingerson, J., et al. (2023). “Screen Time and Externalizing Behaviors in Adolescents.”
3. Statista Research. (2023). “Effects of Digital Devices on Adolescent Behavior.”
4. Courage, M., & Howe, M. (2010). “The Role of Digital Media in Cognitive Development.”
5.Muppalla et al. 2023, Effects of Excessive Screen Time on Child Development: An Updated Review and Strategies for Management, Cureus
6.https://www.cbsnews.com/philadelphia/news/scientists-constant-interruptions-smartphone-impact-brain-chemistry/
7. Santos et al, 2023 The associations between screen time and mental health in adolescents: a systematic review
8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK550972/
9. Tay et al, (2016). Longitudinal study on impact of iPad use on teaching and learning, Cogent Education
10. Shanaa et al, (2019). Integrating the use of iPad in the Teaching-Learning Process: A Pilot Study from UAE
11. Impacts of Blue Light Exposure From Electronic Devices on Circadian Rhythm and Sleep Disruption in Adolescent and Young Adult Students, Chronobiology in Medicine, 2024
12. Screen Time and the Brain https://www.defendyoungminds.com/post/screen-time-brain-expert-advice-on-electronic-addiction-teaching-kids-healthy-tech-habits
13. Bavelier et al, 2010, Children, Wired: For Better and for Worse
14. La Sacra Bibbia, 1 Corinzi 6:12


Dott.ssa Sylvia Helen Goodrick Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Dott.ssa Sylvia Helen Goodrick
Insegnante ed Autrice
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