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Cyber Sexual Addiction: Sesso Virtuale e Dipendenze

Quando Internet diviene fedele ed esclusivo complice della vita sessuale


Con l’avvento di Internet (1973) e del World Wide Web (1993) la vita dell’essere umano ha subito degli importanti cambiamenti, modificando aspetti sia pubblici che privati, tanto da rendere impossibile oggi pensare ad una quotidianità senza questa rete che ormai soddisfa molteplici bisogni.

Tale nuovo strumento ha impattato vari ambiti della vita dell’uomo, fino a modificare i processi di sviluppo delle relazioni interpersonali e le loro espressioni, insinuandosi sempre di più nella vita degli individui in senso intimo e personale, fino a modificare anche la sessualità.

Il sesso è uno degli argomenti più ricercati in rete: una percentuale compresa fra il 33% ed il 75% riporterebbe l’uso del cybersesso (11).

Attraverso l’uso di internet si possono intraprendere svariate attività a sfondo sessuale: dalla semplice ricerca di informazioni riguardanti la sessualità, disfunzioni sessuali, contraccezione, fino alla ricerca di servizi e prodotti sessuali, alla pornografia, chat room sessuali, o veri e propri giochi di ruolo sessuali (11; 1; 7).

Gli scenari possibili sono dunque infiniti e secondo Cooper e Griffin-Shelly (2002), si parla di Online Sexual ActivitiesOSA per definire qualsiasi tipologia di comportamento online legato all’attività sessuale.

Ma se da un lato OSA possono essere intraprese in senso funzionale ed adattivo, dall’altro se ne può fare un uso eccessivo, sfociando in quella che viene definita Cyber Sexual Addiction – CSA.

Si tratta della dipendenza dal sesso virtuale e da tutte le differenti attività sessuali online di cui sopra, scaturita dal desiderio compulsivo ed ossessivo di eccitazione e gratificazione sessuale, che portano il soggetto a ricercare materiale erotico ed intraprendere svariate attività sessuali anche rischiose, ricercando incontri sessuali perdendo il controllo delle proprie azioni, a discapito delle conseguenze negative che possono poi modificare il privato del soggetto, le sue relazioni, il suo lavoro (3; 4).


Sesso Online e Sintomatologia

Nonostante la sua diffusione, la CSA non presenta criteri specifici inseriti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V, 2013).

Studiando però i profili psicologici, comportamentali e cognitivi degli individui con tale patologia è emerso che i principali sintomi sono caratterizzati da:

  • craving intenso di intraprendere CSA o sforzi inutili di fermare, ridurre, controllare tali pensieri e comportamenti cybersessuali;
  • sofferenza laddove non avvenga gratificazione dei desideri;
  • pensieri persistenti, ossessivi, intrusivi legati al cybersesso;
  • pensieri e comportamenti utilizzati per la regolazione dell’umore;
  • segretezza e ritiro, con sentimenti negativi di vergogna e colpa;
  • dipendenza fisica, con astinenza e tolleranza;
  • condotte di negazione;
  • contraddizione fra proprie convinzioni etiche/morali e comportamento di dipendenza;
  • successivo disagio e compromissione del funzionamento dell’individuo nelle varie sfere ed ambiti della vita (11; 3).

Tre, quindi, i criteri fondamentali: perdita di controllo, lasso di tempo eccessivo dedicato alle CSA e conseguenze negative impattanti (11).


Sesso Virtuale: prevalenza e differenze di genere

Seppur risulti difficile stimare con precisione le prevalenze esistenti circa tale patologia, utilizzando il tempo trascorso in rete come indice principale emerge che i soggetti trascorrono tra le 35 e le 45 ore settimanali in OSA (2).

Se ci si basa sulla valutazione del controllo, del sentirsi dipendenti, della disforia, del sentire il bisogno di un trattamento, emerge una prevalenza dell‘1,8% delle donne e del 4,9% di uomini per seri problemi sessuali online.

Evidente che CSA colpisce da tre a cinque volte più frequentemente gli uomini rispetto alle donne e risulta essere un’attività molto sfruttata dalle minoranze sessuali e dai single. (11).

In Italia maschi eterosessuali, dai 33 ai 55 anni, sposati nel 60-70% dei casi e separati nel 13%, son capaci di passare da 11 a 35 ore settimanali davanti al computer su siti a sfondo sessuale, spesso in orario lavorativo; per quanto riguarda le donne si parla di una percentuale del 28% (4).

La differenza di genere è associata a differente tipo di attività circa l’uso del mondo virtuale a scopi sessuali: le donne sembrerebbero più attratte da attività di intrattenimento e ricreative, includendo il partner o ricercandolo; gli uomini invece sembrano più inclini ad attività solitarie, trascorrendoci più tempo ed alimentando la motivazione all’uso impulsivo e compulsivo di tale OSA, dato il loro atteggiamento positivo verso di essa, così da renderne la frequenza più alta (11; 1; 2; 8).


Eziopatogenesi e fattori di rischio

Sembrerebbe che la CSA possa sorgere universalmente all’inizio dell’adolescenza, con elementi determinanti come tipo di educazione e fascia di reddito, potendosi poi sviluppare durante tutto l’arco della vita.

Laddove sussistano scopi ricreativi, si opta per tale attività in virtù dell’eccitazione sessuale esperita, per rilassarsi, per ragioni educative.

I soggetti dipendenti invece utilizzano tali attività con scopo strumentale: per ridurre lo stress, regolare emozioni e pensieri, disinibirsi, compensare fantasie sessuali difficilmente realizzabili nella vita reale, avendo a disposizione un ambiente “sicuro”, scevro da giudizio, favorevole a depersonalizzazione e dissociazione (11).

Possibile ruolo eziologico possono avere eventi di vita traumatici/negativi passati e stili d’attaccamento insicuro: l’abuso sessuale passato può essere determinante, così come il Disturbo Post-Traumatico da Stress; l’attaccamento ansioso-evitante può associarsi a certi tipi di comportamento, accrescendo i livelli di insicurezze emotive e sentimenti di inadeguatezza, paura dell’abbandono/rifiuto, difficoltà di instaurare relazioni intime future (11).

Alcune variabili individuali giocano inoltre un ruolo importante: eccitabilità sessuale elevata, aspetti cognitivi specifici (come ruolo soggettivo delle aspettative) differiscono fra individui circa l’uso del cybersex, differisce perciò anche la possibile gratificazione esperita (9).

Altri aspetti eziologici riguardano la possibile vulnerabilità predisponente, fattori di stress, cognitivi, strategie di coping, ruolo differenziale del rinforzo positivo e negativo; tali aspetti combinati possono portare allo sviluppo di una dipendenza da Internet, specifica o generalizzata.

Laddove sussista un comportamento ipersessuale offline ci potrebbe essere più OSA, visto l’ormai sicuro e facile accesso ad Internet, il che può alimentare e rendere più diretto il rischio.

La sensibilità all’eccitazione sessuale ed all’utilizzo disfunzionale del sesso in generale potrebbe essere considerata un fattore predisponente di un individuo alla vulnerabilità a CSA (5).


Sviluppo e mantenimento: una spiegazione Cognitivo-Comportamentale

Nel modello di Brand et al. (2011) si parla di reattività al segnale e craving come elementi determinanti della patologia.

Esiste cioè un’associazione fra la valutazione dell’eccitazione sessuale durante la visualizzazione di immagini o video pornografici ed i sintomi tipici di dipendenza auto-riportati dai soggetti interessati.

Più i soggetti sono esposti a segnali pornografici, maggiormente esperiranno eccitazione sessuale, bramosia, masturbazione compulsiva, avviando e sempre più sviluppando così il circolo vizioso scaturito da tali associazioni (5; 9; 6; 10).

Fisiologicamente questi meccanismi cognitivi chiamano in causa specifiche aree cerebrali, che sono le medesime aree che si attivano nel caso di altri tipi di dipendenza, come la Dipendenza da Uso di Sostanza: nucleo accumbens, corteccia prefrontale, striato dorsale, amigdala ed ippocampo (6).


Valutazione e trattamento

Uno degli strumenti più utilizzati per valutare la CSA è il questionario Internet Sex Screening Test (ISST; Delmonico e Miller, 2003), primo strumento specifico creato per valutare i problemi legati comportamento sessuale online.

Fra i metodi di trattamento possibili vengono indicate la Terapia Cognitivo-Comportamentale di gruppo, per diminuire i sintomi depressivi ed aumentare la qualità della vita; la Terapia di Accettazione, per ridurre l’utilizzo della rete per fini sessuali, ridurre le correlate ossessioni e compulsioni e aumentare la qualità della vita; la Terapia di Impegno e la Psicoeducazione Online, volte alla riduzione dell’abuso della pornografia e l’eccessiva masturbazione.

Ulteriore accorgimento riguarderebbe il rendere limitato l’accesso ad Internet per i soggetti patologici (11; 1).


Comorbilità ed associazioni: l’impatto nel quotidiano

La CSA sembra essere associata a depressione, ansia, difficoltà relazionali e difficoltà intime, isolamento interpersonale, evitamento; diminuzione della soddisfazione sessuale, diminuzione dell’interesse per attività sessuali offline, disfunzione erettile nelle relazioni offline, comportamenti sessuali a rischio, sentimenti di vergogna e sensi di colpa, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, problemi professionali e finanziari.

Tale insieme di problematiche indubbiamente impattano globalmente nella vita dell’individuo, condizionando la sfera personale, di coppia e familiare, sociale e lavorativa, tanto da causare potenzialmente comorbilità con altri disturbi psichiatrici come il Disturbo Depressivo Maggiore o il Disturbo d’Ansia.

Evidenti le associazioni e similitudini fra Cyber Sexual Addiction ed altri disturbi quali: il Disturbo Ossessivo-Compulsivo, la Dipendenze da Uso Sostanze, la Dipendenza dal sesso in generale, rientrando inoltre fra le Dipendenze da Internet, come la Dipendenza da Gioco d’Azzardo Online (APA, 2013; 9; 6).

Visti perciò la diffusione e l’impatto della Cyber Sexual Addiction, sarebbe interessante e positiva la sua analisi approfondita e divulgazione, contro tutti i possibili taboo o giudizi annessi, i quali alimentano anzi la CSA stessa.

Sarebbe auspicabile quindi che esperti del settore si informino e si formino a livello professionale su come identificare ed affrontare al meglio la Cyber Sexual Addiction.


Bibliografia

1. Giordano A.L., Cashwell C.S., Cybersex Addiction Among College Students: A Prevalence Study, Sexual Addiction & Compulsivity 2017, Vol. 24, Nos. 1–2, 47–57.
2. Green B.A., Carnes S., Carnes P.J., Weinman E.A., Cybersex Addiction Patterns in a Clinical Sample of Homosexual, Heterosexual, and Bisexual Men and Women, Sexual Addiction & Compulsivity, 19:77–98, 2012.
3. https://www.istitutobeck.com/psicoterapia-dipendenza-internet/dipendenza-dal-sesso-virtuale-cybersexual-addiction
4. Iannone Gessica, CyberSexual Addiction: quando il Sesso online da Dipendenza – Psicologia & CyberSex, State of Mind, 13 marzo 2014, Web.
5. Laier C, Brand M., Empirical Evidence and Theoretical Considerations on Factors Contributing to Cybersex Addiction From a Cognitive-Behavioral View, Sexual Addiction & Compulsivity, 21:305–321, 2014.
6. Laier C., Pawlikowski M., Pekal J., Schulte F.P., Brand M., Cybersex addiction: Experienced sexual arousal when watching pornography and not real-life sexual contacts makes the difference, Journal of Behavioral Addictions 2(2), pp. 100–107 (2013).
7. Schneider J.P., Weiss R., Samenow C., Is It Really Cheating? Understanding the Emotional Reactions and Clinical Treatment of Spouses and Partners Affected by Cybersex Infidelity, Sexual Addiction & Compulsivity, 19:123–139, 2012.
8. Shaughnessy K., Byers E.S., Contextualizing cybersex experience: Heterosexually identified men and women’s desire for and experiences with cybersex with three types of partners, Computers in Human Behavior 32 (2014) 178–185.
9. Snagowski J., Laier C., Duka T., Branda M., Subjective Craving for Pornography and Associative Learning Predict Tendencies Towards Cybersex Addiction in a Sample of Regular Cybersex Users, Sexual Addiction & Compulsivity 2016, Vol. 23, No. 4, 342–360.
10. Snagowski J., Wegmann E., Pekal J., Laiee C., Brand M., Implicit associations in cybersex addiction: Adaption of an Implicit Association Test with pornographic pictures, Addictive Behaviors 49 (2015) 7–12.
11. Wéry A., Billieux J., Problematic cybersex: Conceptualization, assessment, and treatment, Addictive Behaviors 64 (2017) 238–246.


Dott.ssa Vanessa Nardelli Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Dott.ssa Vanessa Nardelli
Psicologa, specializzanda in Consulenza Sessuale e Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
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