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Migliorare le relazioni con una comunicazione efficace e responsabile

Il Coaching delle Risposte Scomparse

Image by Amy Hirschi on Unsplash.com


Sembra così banale, ma nelle relazioni, si deve comunicare. (Peter Krause)

I patrimoni più grandi dell’essere umano sono la facoltà intellettuale, la capacità di agire e il potenziale emozionale. Questo tesoro completo si trova nella nostra neurobiologia in forma codificata di frasi e parole. (cit. Test Miostatico e Coaching Neurolinguistico)

Il Coaching Neurolinguistico con il wingwave insegna come la risonanza positiva di una parola possa influenzare lo stato interno di una persona, sviluppando serenità, chiarezza mentale, forza interiore, e motivazione. Ovvio che esista anche il caso opposto e il neutro. Le neuroscienze e l’antropologia sostengono la possibilità che la nostra corteccia si è evoluta così tanto a causa della profonda necessità dei nostri antenati di ampliare le loro possibilità di comunicare.

Molti manager si lamentano che il personale lascia l’azienda per altre offerte di lavoro. Magari succede dopo anni di valida collaborazione e quell’assenza lascia un vuoto che ha il sapore dell’abbandono. Con il wingwave Coaching possiamo elaborare questo tipo di stress. Tuttavia, nonostante i casi possano presentare sfumature diverse, in alcuni casi gli stessi manager che si lamentano dell’abbandono subito, hanno contribuito con i loro comportamenti a creare un clima emozionale negativo. I dipendenti che hanno riposto fiducia nell’azienda e dedicato anni della loro vita a svolgere un buon lavoro a un certo punto, preferiscono andarsene e accettare altre offerte. E molto spesso questo dipende dalla mancanza di risposte.

Cosa dovrebbe pensare il personale in azienda di fronte a un capo sfuggente, che anno dopo anno, non risponde alle domande ed evita incontri e confronti?

È comprensibile che tante responsabilità generino pressioni e ansie. L’errore sta nel far circolare questo stress nel circuito della comunicazione in modo occulto e inquietante. La comunicazione è uno strumento fondamentale per generare fiducia e senso di appartenenza. Purtroppo molti capi pensano che esprimere come si sentono sia indice di debolezza e quindi preferiscono sfuggire e negarsi. In realtà una comunicazione priva di auto commiserazione e di lamenti, nonché di ricatti e pressioni, a favore di concretezza e chiarezza, è il modo migliore per far sì che il team di un’azienda o di un’organizzazione si senta responsabilizzato e stimolato all’azione.

In aggiunta esiste ancora la credenza fra manager e capi che essere inavvicinabili e sfuggenti sia un modo prestigioso e dovuto di mostrare la propria importanza. Questa modalità obsoleta mostra tutta la sua inefficacia quando, in politica, dopo le campagne elettorali, i candidati eletti diventano inavvicinabili e distanti dagli elettori, perdendo in breve tempo i consensi e la benevolenza di questi. Se osservi più attentamente noterai che anche in questo contesto le grandi assenti diventano le risposte.

Alla base, secondo la mia esperienza, ci sono una cultura aziendale e di leadership sbagliate, con una sensibilità psicologica impreparata e la mancanza di conoscenza dell’uso del linguaggio e della programmazione neuro linguista.


Dietro il muro del silenzio

Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione. (Zygmunt Bauman)

Sia nella vita privata che nelle relazioni di lavoro, una comunicazione agile è di grande aiuto per creare fiducia e vitalità nella relazione. A volte cenni di ricezione di un messaggio, sia esso digitale e verbale, frasi semplici come: “Ti spiego dopo”; “Ora ho poco tempo”; “Vorrei parlarne in un momento più tranquillo” – aiutano a tenere attiva la linea in modalità emozionale positiva o neutra.

Quando invece non c’è segnale, ricorda sempre che dall’altra parte del muro del silenzio c’è una persona che reagisce, che si da spiegazioni o peggio ancora che giudica.

L’assenza di risposta infatti, potrebbe creare insicurezza e la sensazione di non essere importante e non essere a. Se questa modalità è un’abitudine, quella persona cercherà la sua soluzione.

Le implicazioni più comuni sono, se vi è qualche forma di interesse o dipendenza, giustificare la mancanza di risposte come distrazione, imprecisione, stress o mancanza di organizzazione. Tuttavia non rispondere a richieste importanti e impegni stabiliti e presi ha delle conseguenze molto negative. I giudizi più comuni sono inaffidabilità, disprezzo, egocentrismo. E così la reazione dei collaboratori sarà di rivolgersi altrove, o di ritirarsi dal campo della collaborazione.

Nel contesto del coaching aziendale, e in generale, la mancanza di risposte da parte di manager o capi può avere un impatto significativo sul benessere psicologico e sulla performance di un dipendente.

L’assenza di risposte da parte dei superiori può causare un senso di frustrazione. Il dipendente può sentirsi ignorato o non valorizzato, portando a una diminuzione della motivazione e della produttività.

La mancanza di feedback crea un ambiente di incertezza, in cui il dipendente non sa se il proprio lavoro è apprezzato o se sta procedendo nella direzione giusta. Questo può portare a una sensazione di insicurezza lavorativa.

Quando i capi evitano di rispondere, la fiducia reciproca può diminuire. I dipendenti potrebbero iniziare a dubitare delle intenzioni e della trasparenza dei loro superiori, danneggiando la relazione professionale.

La mancanza di risposte può generare stress e ansia, soprattutto se il dipendente sta aspettando una decisione importante o un chiarimento. L’incertezza sul futuro può avere un impatto negativo sul benessere psicologico.Sentirsi ignorati può portare a un senso di alienazione. I dipendenti possono sentirsi esclusi dal processo decisionale e dal team, contribuendo a un ambiente di lavoro meno collaborativo e più isolato.

Questi sentimenti negativi possono avere conseguenze a lungo termine sia sulla salute mentale dei dipendenti che sull’efficacia complessiva dell’organizzazione. Il ruolo del coaching aziendale è fondamentale per aiutare a migliorare la comunicazione e promuovere un ambiente di lavoro più aperto e responsivo.

Anche in un contesto privato, come nelle relazioni personali, non ricevere risposte può far sentire una persona abbandonata o trascurata, minando il senso di appartenenza e sicurezza emotiva.


Perché comunicare è importante

La gente non riesce a vedere che cosa ti sta passando nel cervello, la cosa migliore per farsi capire è dirglielo. Ian Mcewan

Leader e manager non sono solo ruoli professionali, sono persone che ispirano, sono esempi da seguire, sono condottieri. Per loro una comunicazione carismatica è importante, in aggiunta la nostra società che è profondamente cambiata negli ultimi 10 anni ci chiede una nuova connotazione di carisma, più orizzontale, più inclusiva, etica, rispettosa e responsabilizzante. La programmazione neurolinguistica nella sua ultima evoluzione da indicazioni molto interessanti a proposito di una comunicazione agile ed efficace coinvolgendo energie mentali, emozionali e contestuali.

Per leader, manager e capi è essenziale promuovere autenticità, velocità, essenzialità e valori condivisi.

Per i leader la comunicazione efficace è essenziale per prendere decisioni informate, mantenere la fiducia e guidare efficacemente un team.


Come e cosa fare dunque?

Auto-riflessione e confronto: La necessità di mantenere una comunicazione aperta con se stessi, confrontando costantemente le proprie azioni e decisioni con quelle degli altri. Per quanto le persone in posizioni di potere amino prendere decisioni da sole, il confronto con chi può aiutarle ad arricchire la considerazione di aspetti non valutati e non solo, può anche stimolare soluzioni diverse.

L’utilizzo delle posizioni percettive della PNL è una grande risorsa. Questa abilità consiste nella valutazione di situazioni critiche adottando una seconda, terza e persino una quarta posizione per ottenere una visione più completa.

L’utilizzo delle posizioni percettive della PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) è importante per la gestione e la comprensione di situazioni critiche. Questa tecnica consiste nell’adottare prospettive diverse per ottenere una visione più completa della situazione. Le tre posizioni principali sono:

  1. Prima posizione (Sé): Si vive la situazione dal proprio punto di vista, con i propri sentimenti, pensieri e percezioni.
  2. Seconda posizione (Altro): Si vive la situazione dal punto di vista di un’altra persona coinvolta, cercando di capire i suoi sentimenti, pensieri e percezioni.
  3. Terza posizione (Osservatore esterno): Si osserva la situazione come un osservatore esterno, in modo distaccato e obiettivo.

Un esempio storico di questa applicazione è il famoso incontro tra il presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, e il leader sovietico, Nikita Khrushchev, durante la Crisi dei Missili di Cuba nel 1962.

Grazie all’adozione di queste posizioni percettive, Kennedy e il suo team riuscirono a negoziare con successo la rimozione dei missili sovietici da Cuba in cambio della promessa di non invadere l’isola e della successiva rimozione dei missili americani dalla Turchia. L’uso delle posizioni percettive può portare a una comprensione più profonda delle situazioni critiche e a soluzioni più efficaci.

Per i miei clienti che attraversano momenti decisivi e scelte importanti, crisi o emergenze sono disponibile in ogni momento, attraverso chat, video chiamate e email. Mi sono formata con strumenti specifici e testati di Coaching online che permettono pronto intervento e follow up e sessioni complete. I miei clienti possono accedere in qualsiasi momento alle risorse di Coaching. Molti Coach hanno bisogno di mettere limiti alla disponibilità. Io credo che sia una questione di efficacia. Essere disponibili in orari diversi dalla sessione stabilita, non significa necessariamente un impegno pesante, continuo o particolarmente lungo. L’elemento decisivo è l’agilità della comunicazione.

Quanto apprezzino i miei clienti questa disponibilità ne ho conferma principalmente da tre aspetti:

Il primo è che ne usufruiscono con attenzione e ottime motivazioni e questo per me è indice anche di una buona capacità di auto valutazione. Il coaching sta creando consapevolezza!

Il secondo è che fanno tesoro del tempo extra che dedico loro impegnandosi a metterlo a frutto efficacemente. Il terzo è il rafforzamento del legame di fiducia rende un affiancamento una condivisione di esperienze memorabili.

Il Feedback costante ha un valore inestimabile per me. Con questo strumento posso monitorare i risultati, aggiustare il tiro e mantenere vivo il confronto e la relazione.


Teresa Burzigotti Autrice presso La Mente Pensante Magazine
Teresa Burzigotti
NLC Master Coach e Teaching Trainer
Bio | Articoli | Video Intervista AIPP Giugno 2024
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