Reprimere le Emozioni
Quanto fa male chiuderci in noi stessi?
Miliardi di individui in tutto il mondo, con un proprio trascorso, una propria storia. Con una vita sempre più frenetica da dover gestire. Una vita che ci fa provare un’enormità di emozioni, anche contrastanti tra loro, emozioni che non sempre decidiamo di esprimere e che, talvolta, possono essere fonte di ostacolo per tutti noi.
Perché accade tutto questo? Perché decidiamo di non esprimere le nostre emozioni e di chiuderci in noi stessi? Ma soprattutto: quanto ci danneggia, mentalmente e fisicamente, reprimere le emozioni?
Reprimere emozioni negative
Reprimere le emozioni negative è pane quotidiano per molti di noi. Ci insegnano a sminuire i problemi, a “sdrammatizzare”: “vedrai che poi passa”, “non è così grave, si può risolvere”. E sono esattamente questo genere di risposte a farci chiudere in noi stessi, perché siamo consapevoli che non verremo ascoltati con attenzione perché a quel problema X si troverà sicuramente una soluzione, perciò non vi è motivo di discuterne.
Qual è il vero motivo per cui decidiamo di mostrare le nostre emozioni?
Nel momento in cui un individuo decide di rivelare il proprio stato d’animo e di raccontare un determinato episodio della propria vita – il suo intento non è quello di ottenere una soluzione in cambio bensì di condividere le sue emozioni, legate a quell’avvenimento, con la persona che ha scelto, che può essere un amico, un partner, un familiare e così via: “io mi fido di te – mi rendo vulnerabile ai tuoi occhi – ti rendo partecipe di ciò che mi accade”.
Come ottenere un sano dialogo con chi non ci ascolta con il cuore?
Prima ancora di comunicare il proprio disagio relativo a un avvenimento, sarebbe saggio aprire una parentesi con la persona con cui intendiamo confrontarci e spiegarle il vero motivo per cui desideriamo affrontare l’argomento con lei.
Per esempio: “la mia intenzione non è quella di lamentarmi e di appesantirti, ma di raccontarti ciò che mi è successo” e poi: “Il fatto che tu sia dell’idea che io voglia solo lamentarmi, mi fa stare male, e sviluppa in me il desiderio di chiudermi in me stessa/o”.
È essenziale mettersi a nudo con chi si intende instaurare un sano rapporto e comunicare le emozioni che si provano quando non veniamo ascoltati come vorremmo.
D’altro canto, se non riusciamo ad ottenere un riscontro positivo da parte del nostro interlocutore, la cosa migliore da fare è di evitare di sprecare ulteriore tempo ed energie, e di passare oltre.
Reprimere emozioni positive
Come abbiamo detto, reprimere emozioni negative è molto comune. E la domanda sorge spontanea: è possibile che ci siano individui che reprimono anche le emozioni positive?
Si, si chiama “paura di essere felici”.
Sui social media moriamo dalla voglia di mostrare una bella giornata passata in compagnia delle persone che amiamo o un traguardo che abbiamo raggiunto. Ma mettiamo da parte la dimensione digitale per un secondo.
Ci godiamo davvero quei momenti gioiosi come dovremmo, vivendoli fino all’ultimo respiro?
La paura di essere felici
Quando viviamo un momento che ci regala gioia e orgoglio, non è sempre facile godere appieno di tali emozioni seppure si tratti, per l’appunto, di emozioni positive. Questo perché siamo dell’idea che lasciarsi andare alle emozioni significherebbe abbassare la guardia e non essere pronti ad affrontare un periodo negativo successivamente.
Viviamo la felicità come un qualcosa di temporaneo, qualcosa che semplicemente precede il negativo, motivo per cui – per paura, chiudiamo le porte del cuore e teniamo per noi anche i momenti felici, i momenti che ci rendono orgogliosi.
Condividere un traguardo con chi amiamo
Spesso e volentieri, un traguardo è solo un “semplicissimo traguardo”. Non facciamo in tempo a viverlo che già pensiamo a ciò che sarà necessario fare successivamente, oppure sappiamo che il nostro traguardo, in fin dei conti, a chi ci circonda non interessa poi così tanto. Perciò evitiamo di condividerlo o ne parliamo il minimo indispensabile, senza esporci troppo a livello emotivo, senza dimostrare quanto siamo felici e orgogliosi di noi stessi.
Saper festeggiare e condividere i traguardi con le persone che amiamo è il modo migliore per evitare di chiuderci in noi stessi. Inoltre, un atteggiamento positivo come questo riduce il rischio di soffrire di ansia e aumenta l’autostima.
Reprimere le emozioni ci fa ammalare
La vita è una, un insieme di avvenimenti, individui, pensieri, storie, e per viverla al meglio è necessario preservare la nostra salute mentale. Reprimere le emozioni non ci faceva bene ieri, non ci fa bene oggi e non ci farà bene domani. Ogni volta che teniamo per noi una riflessione, un disagio, un’opinione od un successo – la nostra mente si indebolisce, ci rende pessimisti nei confronti della vita e meno aperti – sia alla gioia che al dolore.
È sano vivere le emozioni positive così come è sano vivere quelle negative. La felicità ci forma, ci rende ottimisti, open minded e anche un po’ sognatori. Il dolore, nel contempo, ci forma, ci rende più forti, più maturi.
Vivere una vita equilibrata significa esattamente questo: affrontare entrambe le facce della medaglia e condividere ciò che desideriamo con chi amiamo, con chi ci fidiamo.
Non reprimere, comunica con maturità
Il primo passo per assicurarsi una vita più o meno equilibrata, come abbiamo detto, è non reprimere le emozioni. Ciò non significa, però, comunicare un’emozione senza tener conto delle circostanze.
È importante saper comunicare nel modo giusto, specialmente se si tratta di emozioni negative come la rabbia e la paura.
Esprimere rabbia non significa dover necessariamente alzare il tono della voce o utilizzare un linguaggio scurrile. In questo modo, non otterremo un sano confronto con il nostro interlocutore e non riusciremo a venire a capo del problema.
Optiamo piuttosto per un dialogo a cuore aperto. Concentriamoci su ciò che sentiamo nel profondo di noi stessi e cerchiamo le parole adatte per consentire all’altro di percepire le sensazioni che stiamo provando e che ci mettono a disagio.
Il supporto di uno specialista
Imparare a non reprimere le emozioni richiede esercizio e tanta pratica, specialmente se si tratta di un atteggiamento radicato, che sfocia nel patologico.
Il supporto di uno specialista può essere una valida alternativa all’agire in completa autonomia, in modo tale da seguire un percorso personalizzato in grado di indirizzarci verso la soluzione migliore per noi.
Conclusione
Ricordiamo che ogni volta che togliamo del tempo a una nostra emozione, rinchiudendola in un angolo remoto del nostro Io interiore, ci facciamo del male, ci amiamo di meno e rendiamo più complesso approcciarci nella maniera corretta agli altri.
Impariamo a comunicare nel modo giusto, impariamo a renderci vulnerabili, scendiamo a compromessi con noi stessi e preserviamo la nostra salute mentale.
Martina Tacchini – Graphic Designer & Content Writer | Email |