Come l’accettazione totale può aiutarti a superare i momenti più difficili
Smetti di nascondere la polvere sotto il tappeto
Il mio articolo di oggi è un invito a non “nascondere troppa polvere sotto al tappeto”. Ovvero, a non nascondere ciò che stai provando a te stesso/a e agli altri.
A lasciar fluire e dare modo si esprimersi a ciò che accade dentro di te. Il che potrebbe rivelarsi un ottimo alleato contro le abbuffate, problematica che affronto nel dettaglio nel mio precedente articolo “Abbuffate che nome ha la tua fame?” che ti invito a leggere.
Comunque, mi riferisco a quelle situazioni in cui, per esempio:
- Minimizzi quello che provi. Il tipico “Ma si dai, sto bene!” quando invece è vero il contrario.
- Ti dici che c’è qualcuno che sicuramente soffre molto più di te e che, quindi, dovresti solo essere grato/a di ciò che hai.
- Le tue necessità vengono sistematicamente messe in fondo alla lista o eviti di chiederti di cosa tu abbia veramente bisogno.
- Fai sforzi enormi per tirarti subito su di morale ed uscire dai momenti “no” con una sorta di finto ottimismo.
- Non ti soffermi a chiederti in che modo una situazione o una persona stanno influenzando il tuo umore e la tua energia.
C’è un motto buddista che dice:
Dolore + Resistenza = Sofferenza
Quando resisti il dolore che stai provando, è come se lo nascondessi sotto il tappeto, come si fa con la polvere, semplicemente per far finta che non ci sia. Ma intanto, il dolore è sempre li.
È anche un po’ come gonfiare dell’aria dentro a un palloncino. C’è un limite alla quantità d’aria che ci puoi farci entrare prima che il palloncino scoppi, causando spesso dolore e perdita di controllo. Questo è anche ciò che accade quando cerchi di minimizzare o negare a te stesso/a i tuoi sentimenti.
Facciamo un esempio.
Immagina di stare vivendo un periodo stressante nella tua sfera famigliare. Hai troppo di cui occuparti, molto più di quanto tu riesca effettivamente a gestire.
Potresti sentire frustrazione, risentimento, sfinimento.
Magari ti stai chiedendo perché dai sempre tutto il tuo meglio agli altri e non ti rimane mai del tempo per te. Ti fa soffrire il fatto di non ricevere attenzione o nessuno che ti chieda come te la stai cavando, o se hai bisogno di aiuto.
Ecco che potresti trovarti nella situazione di opporre resistenza a questi sentimenti che senti crescere dentro di te, dicendoti che non è bello provare risentimento o rabbia nei confronti delle persone a cui vuoi più bene.
Finisci così per ingoiare l’ennesimo boccone amaro, senza dare spazio a questi sentimenti di esprimersi per ciò che sono: sentimenti comuni e universali, certamente non sbagliati.
Se poi il cibo è il modo in cui da sempre riesci a scaricare la tensione e le emozioni difficili senza doverli affrontare di petto, potresti avere un periodo di abbuffate più o meno intense.
Un modo gentile per affrontare i problemi
C’è un’alternativa all’accumulare la polvere sotto al tappeto.
In questo e in altri scenari simili in cui trovi difficile confrontarti con le tue emozioni, il mio invito è quello di praticare l’arte del portare attenzione a ciò che sta succedendo (consapevolezza), per poi lasciare che le cose fluiscano come sono.
Invece che opporre resistenza e augurarti che tutto passi il prima possibile, connettiti con “ciò che è” in quel momento.
È quella che Tara Brach chiama ‘Accettazione Totale’ (Radical Acceptance), ovvero “la volontà di fare esperienza di se stessi e della propria vita esattamente così come è in ogni dato momento“.
Anche Carl Rogers, il padre della psicologia umanistica, ha detto qualcosa di molto importante al riguardo. Qualcosa a cui col tempo ho imparato a credere fortemente e che cerco di tenere sempre presente nella mia vita.
Rogers afferma:
Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare.
C’è un cambiamento importante che avviene dentro di te quando accetti ciò che sei, ciò che provi, la forma del tuo corpo, e tutto ciò che sperimenti come parte della tua esistenza.
Non è che, come per magia, i sentimenti o la situazione cambino e tutto si rimetta a posto.
Ciò che accade è piuttosto che smetti di opporre resistenza, di remarti contro. Questo crea le condizioni per cui possa veramente avvenire un cambiamento, che parte dal di dentro.
Cambi tu e il tuo modo di guardare alle cose che accadono, non la situazione in sé. E da lì riesci anche a chiedere aiuto, esternare le tue paure e trovare spunti per fare qualcosa riguardo ciò che sta creando sofferenza.
Piuttosto recentemente ho potuto avvalorare questa teoria conversando con alcune persone della loro esperienza di un tumore o una malattia cronica.
Mi hanno parlato di come dare spazio al dolore, al senso di solitudine e di shock sia risultato loro molto utile per affrontare cure, attese, stravolgimento delle abitudini quotidiane, dolore fisico.
Pur non cambiando il fatto che stavano (e tuttora stanno) oggettivamente affrontando una delle situazioni più difficili a cui una persona possa trovarsi di fronte, il fatto di non minimizzare o tenersi tutto dentro le ha aiutate ampiamente nel loro percorso.
In tutta onestà, ritengo che questo approccio sia anche una formula nascosta per affrontare la sofferenza di chi soffre di abbuffate frequenti o ha una relazione piuttosto conflittuale col proprio corpo.
Coltivare l’accettazione totale
L’accettazione totale, bada bene, non è però una soluzione semplice e veloce ad un problema. Certamente non una di quelle che si trovano nei settimanali a fianco alle ricette per perdere peso e sentirsi “in forma“.
L’accettazione totale è l’esatto opposto del rifilare i problemi sotto al tappeto e far finta che vada tutto bene. E’ una condizione che non solo può essere coltivata, ma va praticata con perseveranza per poter dare i suoi frutti.
Quali cambiamenti sarebbero possibili se sapessi di poter gestire i tuoi sentimenti con compassione e accettazione ogni volta che si presentano? Se sapessi che puoi “stare” nelle situazioni difficili o stressanti più a lungo di quanto immagini?
Che differenza farebbe se, invece di passare alla modalità “punizione” o “rimedio” come sei abituato/a a far ora, rispondessi alle tue abbuffate con accettazione, offrendo a te stesso/a il supporto e la gentilezza di cui hai bisogno dopo l’abbuffata?
Ti rinnovo ancora l’invito ad essere più consapevole, e lasciare che le cose fluiscano.
Provaci per una settimana quando capita un momento difficile. E poi ripeti il processo, ancora e ancora una volta.
Accettazione in pratica
Voglio darti una mano riportando qui sotto alcuni esempi di parole di accettazione.
Piuttosto che lamentarti con te stesso/a o con gli altri ed essere il tuo critico/a peggiore, prova a parlare a te stesso con parole generose e gentili come queste:
- “Ho già affrontato situazioni difficili e so che le supererò, ma per ora va bene se mi sento così. Non devo sforzarmi di provare subito qualcosa di diverso.“
- “Non è andata come mi aspettavo, ma cercherò di essere più compassionevole nei confronti di me stesso/a.“
- “Qualunque cosa accada, so che valgo tanto e posso volermi bene.”
- “Questa situazione mi fa male, quindi sarò ancora più gentile con me stesso/a.“
- “In questo momento, non mi sento a mio agio. Ho la possibilità di chiedere aiuto e di parlarne con qualcuno se voglio, senza che questo mi faccia sentire sbagliato/a.“
Non si tratta di formule magiche, ma piuttosto, vivile come parole di fiducia e comprensione che puoi imparare a rivolgerti, giorno dopo giorno, per acquisire maggiore consapevolezza di ciò che stai provando, maggiore accettazione di te stesso/a e un atteggiamento più costruttivo.
Immagina di praticare l’accettazione totale, più e più volte.
Quanti benefici potrebbe apportare alla tua vita questa meravigliosa pratica?
Dott.ssa Donatella Porceddu
Psicologa | Binge-Eating Coach
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